Il generale Agosto avanza a grandi passi e comincia ad occupare, come naturale, le prospettive mentali della maggior parte degli Italici; i pensieri sulla difesa dei diritti civili e della Rete appartengono purtroppo all’esercito dei pensieri messi in rotta dalla sua avanzata. Oddio, non proprio tutti sono preda di sindrome vacanziera; la classe politica è ancora al lavoro, ma l’attenzione e quasi tutto l’impegno dei due Poli sono assorbiti dal futuro Partito Democratico, dai cambi di equilibrio che comporterà, e dall’utilizzo di qualunque avvenimento per i progetti di ribaltone.
In questo panorama, quotidiani e telegiornali devono comunque essere riempiti di notizie, quindi riferiscono anche camei di cronaca “nera” che, letti non superficialmente, sono notizie inquietanti sull’escalation della censura e della limitazione dei diritti civili in Rete. La stampa ha riportato nei dettagli l’uso dell’infrastruttura “cinese” di controllo della Rete italiana contro un sito estero, che a detta di chi l’ha consultato, pur non contenendo immagini pedopornografiche, faceva “apologia” della pedofilia.
È recente la storia del sequestro del blog di Piero Ricca per aver avuto una lunga querelle con Emilio Fede, ed aver diffuso uno spezzone di filmato a lui sgradito. Di questi tempi sembra normale che invece di una denuncia per diffamazione, si tuteli l’onorabilità del più fuoriondato giornalista italiano censurando d’autorità la libera espressione di un cittadino.
È altrettanto recente la notizia che alcune persone, pare ragazzi, siano state accusate di aver pubblicato su un sito documenti Internet che contenevano informazioni sulla costruzione di bombe. Questa notizia non ha avuto la risonanza della precedente, ma è a mio parere ancora più preoccupante.
Dal punto di vista delle libertà in Rete, le tre notizie sembrano forse meno importanti rispetto alla ormai consolidata censura tecnologica dei siti di gioco online sgraditi alle finanze dello Stato Italiano, censura che è divenuta attività rituale e megalomane di chi vuole controllare, o fare il possibile per controllare, la Rete. L’unico obbiettivo propagandato è, come sempre, la tutela del nostro bene; forse il vostro, non il mio. Infatti come altri abitanti della Rete non ritengo di aver bisogno di questo tipo di tutela, anzi la aborrisco. Ma proseguiamo; non amo nemmeno essere preso per i fondelli.
La giustificazione filosofica usata contro i ragazzi che hanno caricato i documenti su come si costruiscono le bombe sul loro sito (peraltro reperibili facilmente tramite Google) è gravissima, ed è la stessa usata contro i videogiochi “violenti”; si devono limitare i diritti dei cittadini normali per difenderli da quello che potrebbero fare elementi mentalmente instabili od aspiranti terroristi se avessero le stesse libertà.
La censura non scatta pero’ solo nei confronti dei “ragazzacci”.
Non puo’ esistere una censura “limitata”, come non esiste una ragazza “limitatamente incinta”; se si censura anche solo un pensiero sgradito ad una società allora esiste la censura, e se questa censura sembra ragionevole alla maggioranza, si tratta perdipiù di una censura “trionfante”.
Una frase attribuita a Voltaire (ma non sua ) l’aveva ben enunciato: “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa continuare a dirlo”. In nessun altro campo imbavagliare le persone normali per tutelare malati e violenti, senza oltretutto nessuna prova dell’efficacia dei metodi usati, sarebbe giudicato accettabile. Purtroppo contro i nuovi presunti mostri che popolano la Rete c’è la sospensione della ragionevolezza , e si fa accettare, e si accetta, tutto.
Ma dove stanno i pedofili violenti, i terroristi che fanno saltare in aria la gente; stanno in Rete? Quanti ne sono stati trovati in Rete? E quanti invece popolano le strade che ogni giorno percorriamo, dove possono essere catturati, ahimé troppo di rado? La mancata cattura di terroristi e pedofili veri dovrebbe portare logicamente ad un maggiore impiego di uomini, mezzi ed intelligence. Andreottianamente pensando, il rimedio finisce per essere quello di cercare criminali in Rete, perché sono più facilmente accessibili, anche a costo di inventarli e di scrivere nuove leggi che sostengano questa moderna crociata, che diano vita persino a reati virtuali , in pieno stile kafkiano.
Nulla di nuovo, nulla di originale, è la versione moderna della caccia alle streghe . Le streghe erano innocenti, forse malate mentali, forse in preda ad allucinogeni, forse semplicemente persone sgradite al potere, allora come oggi assai intollerante contro i diversi ed i critici. Ora è sentimento diffuso che siano state capri espiatori, vittime innocenti della Storia.
In altri tempi e paesi è toccato agli ebrei, poi agli anticomunisti, poi ai comunisti, poi…. Essere le moderne streghe da distruggere è il rischio che gli abitanti della Rete corrono, è il modo con cui molta gente “normale”, molti sottosviluppati informatici, molti politici, la maggioranza dei lettori di giornali e dei telespettatori, la maggioranza della popolazione ci vedono.
Trasformare alla prima occasione favorevole una maggioranza di gente tranquilla e “normale” in folla scatenata con torce e forconi è riuscito tante volte nella storia. Non facciamo finta di niente. Non sottostimiamo il rischio. Non sentiamoci tranquilli. Basta trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Non facciamoci fregare.
Marco Calamari
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