I cambiamenti epocali non sono sempre dovuti a cause evidenti, uniche e facilmente identificabili come l’estinzione dei dinosauri (asteroide) o la rivoluzione industriale (motore a vapore). Accade spesso che grandi cambiamenti si manifestino improvvisamente senza che ci siano state cause evidenti e facilmente percepibili.
Si parla talvolta di raggiungimento di una “massa critica”, ma questo termine, che ha un significato preciso nell’ingegneria nucleare, in termini generali non descrive niente ma è piuttosto una affermazione di ignoranza (in senso latino, non dispregiativo). Si dice anche che “i tempi erano maturi”, ma anche questa è una manifestazione di ignoranza. Eppure un’analisi attenta permette quasi sempre di identificare lo svolgersi di eventi, singolarmente magari di nessuna importanza, che conducono ad un grande cambiamento.
La nascita di Internet è un esempio abbastanza calzante: è nata dall’incontro tra guerra fredda, fondi illimitati e ricercatori informatici sostanzialmente liberi di creare quello che volevano. Questi fortunati esseri umani, invece di produrre (solo) un sistema di Controllo, Comando e Comunicazione resiliente ed affidabile, hanno creato la posta elettronica. Quell’oscuro, trascurabile, primo messaggio email è stato il cambiamento epocale, microscopico ma destinato a crescita esponenziale e a produrre per gemmazione altri cambiamenti altrettanto importanti.
Oggi ci troviamo sulla soglia di un altro evento di grande rilevanza, la connessione permanente alla Rete, resa possibile da una serie di cose già da tempo esistenti od annunciate, ma che non hanno mai raggiunto la “massa critica” che causa la crescita esponenziale e l’ emersione di una novità.
Questo ragionamento nasce come spesso mi accade da un fattarello del tutto personale: sono da ormai alcuni decenni una delle persone più connesse che conosca, anzi un vero Internet-dipendente. Da anni ormai devo dipendere da connessioni ADSL e/o wireless per garantire questo mio status, cosa che, oltre ai costi associati, lascia comunque buchi sia spaziali che temporali nel mio “status” di cittadino della Rete.
Sostanzialmente sono connesso solo quando sono a casa o in vacanza, ma ad esempio sono praticamente disconnesso al lavoro (filtraggi) od in viaggio (assenza di una connessione mobile). Da un conto approssimativo sono connesso solo per il 60 per cento del mio tempo, invece del 100 per cento che necessiterei. Eppure qualsiasi trasmissione televisiva viene continuamente interrotta da spot di calciatori, veline e piacioni che propagandano mirabolanti chiavette che ti connettono sempre, ovunque ed aggratis, ed esistono gadget come iPhone che vengono venduti in bundle con costose offerte per la navigazione flat da cellulare.
I pezzi ci sono tutti, ma i costi sono alti e le offerte di connettività a tempo o bloccate sull’uso del cellulare rendono in pratica insostenibile l’uso delle tecnologie 3G per colmare il gap di connettività. Ma alcuni mesi fa un provider 3G è uscito con un offerta di connettività flat con un limite di volume abbastanza alto ed un costo molto basso, che permetteva inoltre l’uso del cellulare come modem e non solo per navigare o wappare.
Ecco la mia massa critica personale. Niente chiavette, gadget, cellulari o portatili nuovi! Solo una nuova SIM, qualche giorno per realizzare la number portability verso il nuovo operatore, circa un’ora di lavoro per configurare il cellulare che ho in tasca da 5 anni con il laptop che mi porto appresso da 4 anni et voilà, connesso al 100 per cento. Passo senza problemi dalla connessione WiFi+ASDL di casa a quella Bluetooth+3G di quando sono fuori, e non mi porto appresso neppure un milligrammo di cose in più.
Ma perchè diavolo ho dovuto aspettare 5 anni con tutti i pezzi già in tasca? Miracoli del quasi monopolio della rete fissa, dell’inazione complice degli organismi preposti al controllo e del “cartello” dei gestori 3G italiani. Uno scandalo, una cosa folle, ma come Paese a queste cose stiamo purtroppo facendoci l’abitudine.
Ed ora anche in Italia possedere connessioni permanenti alla Rete è possibile ed economico, e quindi si diffonderà velocemente ed inevitabilmente. Presto l’ Internet degli oggetti e l’ Internet delle persone cresceranno, collideranno e si fonderanno in qualcosa di davvero simile alla “Matrice” così ben descritta in “Johnny Mnemonics” e nei successivi romanzi Cyberpunk. Alla domanda “Che cosa ne sarà di me quando sarò connesso in permanenza?” ognuno potrà dare la propria risposta. Per me è facile: io, almeno per ora ed a titolo personale, posso solo rispondere che ne sono contentissimo.
Ma alla domanda “Che cosa diventeranno i bambini che cresceranno in questa modalità completamente connessa?” dare una risposta è invece molto difficile: credo sarà oggetto di dibattito per molto tempo, probabilmente fino a quando questi giovani “marziani” non cominceranno a circolare tra noi e prenderanno il Potere.
Lo Slog (Static Blog) di Marco Calamari
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