Una notizia continua ad affiorare nella cronaca e nelle leggi finanziarie: la limitazione dell’uso di denaro contante per certe transazioni e/o al di sopra di certi importi. Cassandra ha già scritto una riflessione sull’argomento, ma è urgente aggiornarla per le recenti notizie che l’Europa intende muoversi verso la progressiva abolizione dell’uso di contante e verso l’uso di transazioni elettroniche.
Oltre ad una generale comodità di questo modo di eseguire transazioni economiche, anche in questo caso viene ripetuto “ad nauseam” un mantra molto simile a quello abusato in altri contesti dominio dei pedoterrosatanisti , cioè il contrasto all’evasione fiscale, favorita dagli “evadocontantisti”.
Ed esattamente come quest’ultimo, si tratta di una sostanziale menzogna, usate per nascondere lo stesso secondo fine: il potenziamento del tecnocontrollo.
Ma torniamo per un attimo alla cronaca, per cercare di capire come questo sta accadendo.
La Svezia è salita agli onori della cronaca, con grandi lodi, per essere il paese europeo più avanti su questa strada: l’80 per cento delle transazioni dei privati avviene per via elettronica, e una nuova legge permette ora a negozi ed altre attività di dichiararsi “cashless” cioè di rifiutare il pagamento in contanti.
L’insidiosità di questa mossa può sfuggire, quindi è necessario aprire una parentesi.
Il denaro contante, da quando è stata abolita la convertibilità aurea che lo rendeva un surrogato di un metallo prezioso molto usato negli scambi, è una dichiarazione di debito dello Stato che lo emette nei confronti del portatore del titolo, in questo caso l'”evadocontantista” che ha in tasca la sua sudata banconota.
Di più, la legge dello Stato OBBLIGA chiunque ad accettare il denaro contante per la regolazione di debiti e pagamenti, sia tra privati che verso pubbliche amministrazioni. Chi ha visto le vecchie banconote da mille lire ricorderà probabilmente che questa frase era stampata direttamente sulla banconota stessa. La banconota era un titolo in sé, e rendeva quindi “anonima” (che bella parola!) la transazione. E questo era riconosciuto come un naturale diritto del portatore del denaro.
Ora c’è l’Euro, e questa scritta, come prima di lei la convertibilità aurea, è comunque da tempo sparita. L’obbligo di accettare i contanti però, almeno in teoria, è rimasto.
Ma da anni leggi e leggine hanno cominciato a introdurre lacci e lacciuoli per limitare questa libertà di non essere tracciato. Limiti sulla somma che può essere pagata in contanti in un esercizio pubblico o verso un’azienda, o verso un professionista con partita IVA.
La giustificazione? La spietata caccia all’evasore, a cui solo il contante permette la sua vita peccaminosa.
Sarà vero? Vediamo.
Cominciamo a dire che gli evasori, in paesi come gli Stati Uniti, dove il denaro contante circola liberamente, sono pochi ed hanno una vita molto dura e grama.
La loro Agenzia delle Entrate, l’IRS, li perseguita in maniera continua e spietata, valendosi regolarmente anche di investigatori privati ed autonomi, veri bounty killer completamente autonomi, che vengono pagati a percentuale delle somme recuperate (effettivamente recuperate, non strombazzate nei telegiornali) e sono più temuti dai criminali dell’FBI o della SWAT.
Non si capisce quindi perché in Europa ci sia questo bisogno impellente di abolire il contante per lottare contro l’evasione.
In Svezia l’evasione è bassissima pur con tasse molto alte, anche perché il cittadino vede ritornare il denaro sotto forma di servizi, ed è in condizioni di percepirne l’equità ed i vantaggi. Nella maggior parte dell’Europa non pagare le tasse è giudicato un disvalore sociale, come scrivere sui muri, vandalizzare le cabine telefoniche o scippare la pensione ai vecchietti (sia al dettaglio davanti agli uffici postali che all’ingrosso in parlamento).
In Italia no. Sarà un caso ma in un paese dove l’evasione fiscale è un valore e talvolta una referenza da scrivere sul proprio curriculum, e dove i soldi pubblici vengono spesso sprecati nella maniere più innominabili, non esiste questa coscienza civile, anzi, nei rari casi in cui qualcuno denuncia un’evasione plateale viene giudicato un delatore, se non un infame.
Eppure questi due paesi in situazioni diametralmente opposte come Svezia ed Italia sono uniti nella lotta contro il contante. Dove sta il comune interesse?
È presto detto, nel desiderio di un sempre maggiore controllo sociale, da esercitarsi ovviamente per il bene del popolo, che unifica in maniera sorprendente democrazie compiute e civili, stati barzelletta e paesi canaglia. Su questo sono tutti silenziosamente d’accordo.
Chiudiamo questa parentesi.
Da queste pagine Cassandra ha più volte tuonato contro i danni estremi che le comunità sociali provocano alla privacy delle persone e sugli usi (non sui “pericoli dell’utilizzo”) della tecnologia come strumento di potere economico e controllo sociale.
Su Facebook (per fare solo un esempio dei peggiori) voi potete abdicare alla vostra privacy, tradire quella degli Amici (quelli veri) taggandoli o dando via la vostra intera rete sociale, ed infine peccare autolesionisticamente in mille altri modi contro voi stessi e gli altri.
E se non ci fosse più contante?
Se tutto, veramente tutto, dovesse essere fatto con transazioni elettroniche?
Di nuovo, è presto detto.
Tutte, veramente tutte, le vostre azioni nel mondo materiale, che hanno nella maggioranza dei casi un aspetto economico, sarebbero sistematicamente tracciate con strumenti già ben diffusi su scala globale, e non potrebbero minimamente essere controllate o corrette dai cittadini.
Quindi non sono i fatti una volta privati che vengono scambiati, non le opinioni dal ragionevole al patologico sui gattini, sull’ISIS, sullo sport o sull’Olocausto.
Le transazioni economiche sono atomi di verità assoluta. Quanti preservativi usate, che tipo di cibo mangiate, quali giornali leggete, quali medicine prendete, dove vi trovate con la macchina, quanto giocate, con chi vi relazionate.
Peggio, molto peggio delle comunità sociali.
Le transazioni economiche permettono semplici ed economiche schedature di massa, fatte in maniera assolutamente opaca con dati potentissimi e quindi pericolosissimi.
Vengono raccolte non tanto per la lotta all’evasione fiscale (che si fa normalmente con altri mezzi incluso il discredito sociale) quanto per la esplicita volontà o l’irresistibile tentazione di utilizzarle per il controllo sociale.
L’evasione fiscale si contrasta seriamente sulle reti informatiche bancarie e agendo sui paradisi fiscali, non abolendo il portafoglio dei cittadini onesti.
E per riassumere, sì, vale la pena di fare tutto il possibile per difendere la perfetta liceità dell’uso del contante.
Parafrasando un titolo già usato da Cassandra (occhio all’accento) “Contanti è contenti”.
Marco Calamari
Lo Slog (Static Blog) di Marco Calamari
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