Cassandra è sempre stata sensibile ai periodi festivi, ed anche questa volta la puntata conterrà note di ottimistiche melodie natalizie.
Non merita nemmeno il dire che le profezie di sventure verranno in qualche modo stemperate: le prediche invece no.
È per questo che, in una Rete il cui panorama già assai cupo continua ad oscurarsi, Cassandra oggi vi parlerà di un dettaglio che vi permetterà di esercitare con forza un vostro piccolo diritto digitale fino ad ieri negato.
Chi ha avuto a che fare con pubbliche amministrazioni, diciamo, non per fare un caso esemplare ma solo un esempio, L’Agenzia delle Entrate, ed abbia tentato di usare “mezzi telematici” per interagire con esse, avrà probabilmente avuto, come è successo a Cassandra, esperienze totalmente negative.
L’interazione via web, spesso esistente, è limitata e/o non funzionante, la possibilità di interagire via posta elettronica poco più che di facciata, e quella via posta certificata, l’unica che fornisce davvero garanzie a chi la usa, malgrado sia da tempo obbligatoria per legge era, almeno fino a due anni or sono, quasi totalmente assente, ed è ancora oggi molto limitata.
Se un sito istituzionale non pone chiaramente in home una pagina di contatti completa, chiara ed esaustiva, se le caselle di posta non certificata non accusano ricevuta, l’uso di mail o in qualche caso anche della PEC non potrà essere adottato con fiducia, e tantomeno decollare come mezzo di interazione d’elezione tra stato e cittadino.
Pensate infatti cosa significa trasmettere un documento che deve arrivare entro una certa data e di cui dovete avere ricevuta.
Tranne alcuni “Blade Runners”, per non correre rischi la maggioranza resterà attaccata al più lungo e costoso, ma anche sicuro e familiare, metodo cartaceo via raccomandata.
Cassandra stessa, che aveva tentato di iniziare una pratica secondaria con l’Agenzia delle Entrate della sua città, la quale non pubblicava indirizzi di PEC e non rispondeva all’unico indirizzo di mail presente sul sito, è rapidamente passata a visite negli uffici, moduli e raccomandate.
La forza di piantare un grosso casino per palesi inadempienze in tema è mancata anche a lei: la legge c’è, ma responsabilità precise e personali e sanzioni per gli inadempienti no.
Bene, questo vento ha girato. La settimana scorsa l’ art.6 del DL 179/2012 è divenuto legge dello Stato.
Il primo impulso sarà ovviamente quello di dire “A che serve un’altra legge, tanto non cambierà niente”.
No: questo articolo introduce la responsabilità dirigenziale e disciplinare per i dipendenti della P.A. che rifiutano di utilizzare la trasmissione telematica dei documenti, o accampano motivi e scuse più, meno o per niente ragionevoli. Recita testualmente:
“Art. 6 Trasmissione di documenti per via telematica, contratti della pubblica amministrazione e conservazione degli atti notariliPur essendo in legalese, anzi parlamentarese stretto, e richiedendo per essere interpretato completamente il testo di una legge precedente, è chiarissimo sul punto in questione.
1. Al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all’articolo 47, dopo il comma 1, è inserito il seguente:
< >;
b) all’articolo 65, dopo il comma 1-bis), è inserito il seguente:
< >;
c) all’articolo 65, comma 1, le parole: < > sono sostituite dalle seguenti: < >…”
Ogni ufficio ed ogni dipendente pubblico ha sempre un ben definito dirigente. Da oggi questa persona incorrerà in problemi seri (per un dirigente) e potrà addirittura rimetterci dei soldi. Da oggi, magari allegando una copia di questo testo, un reclamo od un esposto-denuncia ad una pubblica autorità quando non riuscite a sbrigare una pratica via mail non sarà più preso sottogamba.
Quindi sia Cassandra che voi da una settimana non avete più scuse.
Alla prossima occasione, se vorrete usare la Rete nei vostri rapporti con la Pubblica Amministrazione e non verrete messi in condizione di sbrigare la pratica per via telematica, i piedi da pestare ci sono, sono bene in vista e saranno sensibili come se avessero i calli.
Una raccomandata alla direzione o un semplice reclamo per iscritto verranno presi molto più in considerazione da chi prende tanti soldi ma normalmente non vedete perché non sta allo sportello ma dietro una porta chiusa ed inaccessibile. Una esposto-denuncia per omissione di atti di ufficio anche di più.
Ove vi faceste scrupoli, Cassandra vi racconterà un episodio che ve li farà passare.
Avendo avuto bisogno di un’informazione dall’Agenzia delle Entrate di oltralpe, una mattina ha immediatamente trovato sul relativo sito l’indirizzo di mail corretto, ed ha scritto, pur senza molta convinzione, in assenza di alternative praticabili.
Ha avuto una ricevuta di consegna tre minuti dopo, e la risposta di un impiegato dopo un’ora e tre quarti. Per giunta ha avuto bisogno di ulteriori informazioni ed ha quindi inoltrato una seconda mail dopo pranzo, avendo una ulteriore risposta prima di sera. E senza PEC o altre finezze.
Quindi gli spazi per la Rete, o almeno il suo utilizzo pratico, piccoli ma significativi qua e là ci sono. Tocca a noi occuparli alla prima occasione.
Perciò la prossima volta, prima di contattare per mail la P.A. di turno, mettetevi metaforicamente gli scarponi da sci (le signore, gli stivali con i tacchi a spillo) ed al primo accenno di scuse, utilizzateli facendo anche il saltello.
Marco Calamari
Lo Slog (Static Blog) di Marco Calamari
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