In questi tempi complicati molti hanno dimenticato l’esistenza di due progetti di legge attualmente fermi nelle commissioni parlamentari della Camera dei Deputati.
Male, perché di uno di questi molto si era parlato prima dell’estate, sia su queste pagine che ai Big Brother Awards .
Questi progetti di legge, “motivati” dalla crisi del settore audiovideo la cui responsabilità viene a priori assegnata ai “pirati” (e non ad esempio a contenuti cari e di bassa qualità o alla crisi economica), sono come mine silenziose ma pronte ad esplodere, perfettamente attive e pericolosissime. La loro importanza merita un approfondimento sui possibili effetti di una loro approvazione sulla Rete e sui diritti civili, approfondimento in cui cercherò di tener ben separati i fatti dalle opinioni.
Il primo di questi progetti di legge è il n. 2195 dell’11 febbraio 2009 “Disposizioni per assicurare la tutela della legalità nella rete internet e delega al Governo per l’istituzione di un apposito comitato presso l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni”, d’iniziativa dell’onorevole Gabriella Carlucci. Questo progetto di legge è stato sostanzialmente modificato rispetto alle bozze circolate sulla stampa. Il suo punto centrale è stato aggiunto solo nell’ultima versione, e riguarda la costituzione di un “comitato per la regolamentazione della Rete”.
Tale comitato è praticamente identico a quello previsto dalla legge francese HADOPI . Trattandosi di un comitato indipendente all’interno di una preesistente autorità pure indipendente, avrebbe la possibilità di “regolamentare” la Rete senza sostanzialmente dover rendere conto a nessuno. Considerando che in Italia esiste già un sistema tecnologico di censura della Rete, attualmente all’opera solo sul contrasto alla pedopornografia e sul mantenimento del monopolio statale del gioco d’azzardo, questo comitato potrebbe utilizzare il sistema già esistente per imporre, al di fuori di ogni controllo democratico, qualsiasi tipo di censura della Rete, anche superiore a quello attualmente implementato da Cina o Iran.
Il progetto di legge 2195 si trova attualmente assegnato alla Commissione Trasporti, e si parla di una sua discussione all’inizio dell’anno prossimo. La sua pericolosità per il futuro della Rete come la conosciamo oggi è estrema.
La seconda proposta di legge è la n.2188 del (ma guarda) 11 febbraio 2009 “Disposizioni concernenti la diffusione telematica delle opere dell’ingegno e delega al Governo per la disciplina dell’istituzione di piattaforme telematiche nazionali”, d’iniziativa dell’onorevole Luca Barbareschi. Questo progetto di legge ricalca quello che era stato attribuito a SIAE. In poche parole impegna il Governo a legiferare tramite decreto legge entro 18 mesi, per attuare una protezione del diritto d’autore, prevedendo tra l’altro:
– responsabilità e sanzioni civili e penali nei confronti degli internet provider;
– l’attribuzione di specifici profili di diretta responsabilità civile, amministrativa e penale all’operato dei prestatori di servizi della società dell’informazione;
– poteri specifici a Governo e forze di polizia per la tutela dell’ordine pubblico e (sic) del buon costume;
– l’attribuzione di specifiche funzioni alla Società italiana degli autori ed editori (SIAE) in ordine alla gestione dei corrispondenti diritti d’autore e dei relativi diritti di utilizzazione economica.
Il cardine di questo progetto di legge è rappresentato dal fatto di costituire un’autorizzazione “in bianco” al Governo a legiferare tramite decreto su un tema delicato sul quale, a stretti termini di legge, non potrebbe; il Governo infatti può legiferare con decreti legge solo quando sussistano i requisiti di urgenza, non per quanto riguarda questioni ordinarie. Perché possa ha bisogno dell'”autorizzazione” (meglio “abdicazione”) del Parlamento, e questo è proprio lo scopo del progetto di legge n.2188.
Tra l’altro la materia in questione, il diritto d’autore, è questione complessa e da anni in discussione in tutto il mondo alla ricerca di un bilanciamento di interessi tra tutte le parti in causa: il progetto di legge delegherebbe il Governo in maniera estremamente generica, lasciando quindi una discrezionalità praticamente totale che permetterebbe ad esempio di imporre una HADOPI o anche una super-HADOPI.
Il progetto di legge dovrebbe essere discusso in Commissione Cultura intorno alla metà di novembre, e quindi qualsiasi azione volta a impedirne la presentazione o modificarne il testo è estremamente urgente.
È necessaria una grande attenzione sull’iter di questi progetti di legge da parte sia dei cittadini che dei parlamentari a cui prema la difesa della Rete e dei diritti civili come garantiti dalla Costituzione Italiana.
Un inizio, praticabile da chiunque, potrebbe consistere nella lettura dei (brevissimi) progetti di legge, facilmente scaricabili in formato PDF dal sito della Camera dei Deputati tramite i link precedenti: questo permetterebbe a ciascuno di farsi la propria idea su ambiti e scopi dei progetti di legge e magari di parlarne con l’onorevole più raggiungibile perché si attivi su questi problemi.
“Conoscere per partecipare; conoscere per deliberare”.
Lo Slog (Static Blog) di Marco Calamari
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