Non siamo fatti per la Rete.
Non siamo in grado di gestire così tanta informazione.
La nostra mente, la nostra cultura sono nate e si sono evolute per utilizzare, per sostenere un certo flusso di informazioni, non di più.
I media prima e la Rete poi stanno sovraccaricandoci di informazioni, e la razionalità di coloro che desiderano esserlo non riesce a stare al passo. Eppure le persone che ci circondano sembrano riuscire a convivere, a gestire la mole di informazioni che ricevono.
È solo apparenza.
La maggior parte delle persone non riescono ad elaborare le informazioni che ricevono. Ed allora la mente cerca scorciatoie. Comportamenti, azioni che hanno l’apparenza del ragionamento, ma solo quella.
In realtà sono azioni automatiche, riflessi irrazionali che imitano la razionalità, come ritrarre la mano quando si tocca qualcosa di rovente. A volte funzionano, ed a volte no.
Si ritiene valido un concetto, una informazione e si rifiuta tutto il resto considerandolo sbagliato. Si taglia un brandello di informazione appetibile e lo si fa proprio, lo si rende acriticamente parte dei propri pensieri. In questo modo non c’è quasi bisogno di pensare, di ragionare, di discutere, e la mente ce la fa.
Il sovraccarico informativo ci rende psicolabili, sterilizza la nostra parte razionale.
In una parola sola, ci fa diventare “infolabili”.
È l’eccesso di informazione che sovraccarica il cervello, che gli impedisce di funzionare, che ne inceppa i meccanismi.
In Rete questo è ancora più vero che con la TV ed media “normali”.
Tutti coloro che si sono trovati in Rete senza preparazione sono rimasti almeno disorientati; l’istinto iniziale è quello di leggere tutto, di tentare di capire tutto. Impossibile. Madornale errore. Come ascoltare il telegiornale per capire cosa succede nel mondo. Come buttarsi in acqua per berne un bicchiere. Addirittura pericoloso. Negativo per la sopravvivenza.
Pare che la retina ed il nervo ottico non passino alla corteccia visiva tutta l’informazione che ricevono, ma la pre-elaborino per ridurne il volume e non sovraccaricare il cervello con troppi stimoli, inviandogli solo quelli importanti. Importanti come il profilo del leone che ti corre incontro per trasformarti in colazione.
Ma questo filtraggio è stato reso possibile da milioni di anni di evoluzione e selezione naturale, e da milioni di leoni che hanno fatto colazione con i meno efficienti.
I media e la Rete invece ci hanno colpiti all’improvviso, non c’è stato il tempo per evolvere.
Abbiamo così tanta informazione che non sappiamo più usarne neppure una piccola parte.
Infolabili. Incapaci di pensiero razionale. Incapaci di produrre informazione.
Superficiali, approssimativi, tagliaincollatori, persi nella infotempesta seppur convinti di sapere dove andiamo.
Egoisti, sterili, manipolabili da chi vuole controllare i propri simili.
C’è bisogno di agire, di filtrare razionalmente, di gestire invece che di subire l’informazione.
È difficile, richiede attenzione e fatica. Richiede autodisciplina, controllo. Uno Zen dell’informazione?
Ma puo’ evitarci di diventare colazione dei manipolatori di oggi.
Restando infolabili invece, faremo da pasto per i soliti noti.
Marco Calamari
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