Il mio nome è Nessuno… e quello dovrebbe anche essere il vostro. Perché?
Proviamo a spiegarlo ad alcune categorie di persone.
Caro Avvocato , Lei è uno specialista di un campo in cui si tende a vedere tutto il mondo in funzione del Diritto come definito sul piano legale. Il fatto che al mondo esistano Diritti molto diversi tra loro, anche limitandosi al panorama delle cosiddette Democrazie Occidentali, la dice lunga sui pericoli di un tale punto di vista.
Per quanto ho studiato a scuola come principio, le democrazie mettono lo stato al servizio del cittadino, e vincolano quest’ultimo al rispetto di regole condivise che limitano per quanto strettamente necessario la libertà del singolo per permettere e favorire la civile convivenza. In altre parole: tutto quello che non è vietato è permesso, è vietato solo quello che è strettamente necessario, lo Stato Democratico è al servizio del Cittadino, non è il cittadino ad essere suddito dello Stato Democratico.
La coniugazione di questi principi nelle democrazie europee è sempre stata un po’ imperfetta, perché lo Stato ha sempre conservato una approccio “paternalistico” nei confronti del cittadino. Eredità delle monarchie e degli imperi del passato?
Facciamo un passo oltreoceano e di qualche anno indietro nel tempo, ed andiamo negli Stati Uniti. Non quelli di adesso, che si sono imbarbariti perdendo pezzi di democrazia come reazione all’attentato dell’11/9 e si possono perciò definire “sconfitti” dal terrorismo (che ha ottenuto quello che voleva); torniamo negli Stati Uniti ancora orgogliosi della loro democrazia e non terrorizzati dal terrorismo. Per un cittadino americano era possibile viaggiare senza documenti e non dichiarare il proprio nome alle autorità anche se richiesto; a seguito del rifiuto di identificarsi poteva essere trattenuto solo per eventuali accertamenti dovuti a fatti specifici, ma non poteva essere arrestato o perseguito in nessun modo. Si tratta di una “perversione” di un paese straniero? No, si tratta semplicemente dell’affermazione che l’uomo è libero per natura e per legge, e una restrizione alle sue libertà, anche a quella estrema di voler essere nessuno, è sbagliata e da evitare.
Dove sta scritto che per permettere l’accertamento delle responsabilità lo Stato deve agire “a priori” contro tutti i suoi cittadini limitandone la libertà? Questo lo si può giustificare solo con una catena di falsi sillogismi che perdono completamente di vista le basi di uno stato democratico di diritto, e portano ad eccessi normativi come le leggi “speciali” che rimangono per l’eternità; i cittadini di Stati Uniti ed Italia ne sono rimasti vittime recentemente, vedi Patriot Act e legge Reale.
Caro Navigatore , Lei probabilmente vive da anni in una situazione di libertà in Rete che è decisamente superiore a quella che le viene concessa dalle leggi dello Stato di cui Lei è cittadino. Nel caso non se ne fosse accorto, le libertà di cui gode in Rete non sono nate per caso, e non sono eterne ed immutabili. Le restrizioni a queste libertà, in atto od in progetto da parte di poteri statali e commerciali con motivazioni sia enunciate che oscure, sono ormai avviate e chiuderanno questi spazi di libertà.
A questi poteri non interessa ovviamente che la Rete sia nata solo perché queste libertà esistevano ed erano “naturali” e neppure che nella stragrandissima maggioranza dei casi siano state di vantaggio per tutti. A loro interessa solo utilizzare la Rete come strumento per controllare a fini commerciali l’informazione, od usare la Rete come strumento di efficacissimo ed economico controllo sociale.
Secondo Lei chi dovrebbe agire come controparte di questi poteri, che agiscono in buona parte nei limiti della presente legalità?
No, non guardi dietro di Lei: dietro di Lei appunto non c’è nessuno, e se ne deve far carico in prima persona. Altrimenti si affretti a godere di questi ultimi anni di relativa libertà in Rete. Potrà poi raccontare quanto la Rete era bella ed importante ai suoi figli, o si vergognerà della conseguenze della sua inazione e preferirà tacere?
Caro Credente nel Libero Scambio dell’Informazione e della Cultura , sei veramente convinto che perorare le tue libertà preferite invocando la limitazione di altre sia una linea destinata ad aver successo? Sei veramente convinto di poter fare a meno di una Rete libera e che salvaguardare i tuoi diritti di persona “che ha il coraggio delle proprie azioni” sia sufficiente? O non devi difendere anche le libertà di altri, anche se non ne hai bisogno?
Cari Amici tutti , è senz’altro vero che in tutti i Paesi del mondo il Governo fa solo il bene dei propri cittadini.
Il problema è che spesso, particolarmente in certi paesi, molti cittadini non sono d’accordo. Nelle democrazie i meccanismi statali ed elettorali funzionano solo se c’è dialettica, mediazione e ricerca di un equilibrio, altrimenti le distorsioni e le derive autoritarie sono inevitabili.
Lo sapevano bene i legislatori che hanno inventato il principio della separazione dei poteri.
Lo sapevano bene i Padri della Costituzione Americana quando, ad esempio, hanno previsto esplicitamente il diritto dei loro cittadini a portare armi come bilanciamento dell’autorità di uno Stato dotato di un esercito, in modo che lo Stato stesso non possa vessare la maggioranza dei suoi cittadini.
Non si parla certo di scontro armato in Rete, la Rete è luogo di attività libere per default, immateriali ed a costo marginale zero; non vi si applicano le regole economiche o giuridiche che valgono altrove, neppure per analogia. La Rete è come l’Antartide, lo spazio esterno od un parco nazionale: un posto diverso, con regole diverse, da rispettare e da non snaturare, da utilizzare ove possibile a vantaggio di tutti.
Se essere anonimo nel mondo materiale era una scelta legale e possibile per una democrazia negli anni ’80, oggi in Rete è una scelta naturale, anzi una necessità, visto che il controllo e la data retention resi possibili dall’avvento della Rete sono pericolose sia in Rete che nel mondo materiale. Non solo la Rete sta diventando meno libera, ma la Rete viene usata anche per comprimere gli spazi di libertà nel mondo materiale.
Avete bisogno di privacy e di anonimato per mantenere la vostra libertà ed i vostri diritti civili, in Rete e fuori.
C’è bisogno di privacy ed anonimato per garantire, come Voltaire aveva ben spiegato, anche la libertà degli altri. Non fatevi spaventare o ricattare da chi agita i fantasmi dei pedoterrosatanisti. I criminali ci sono sempre stati, ci sono oggi e ci saranno domani, saranno esseri umani soggetti alle leggi e secondo esse punibili. Saranno perseguiti secondo le leggi ed i metodi di investigazione disponibili. Non stiamo chiedendo libertà per loro, ma per noi e per i nostri figli.
Marco Calamari
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