Alcuni degli instancabili 24 lettori di Cassandra avranno certo notato che al di fuori del Belpaese sono come d’abitudine in atto gli usuali tentativi di intervento legislativo illibertario sulla Rete e sulle sue infrastrutture.
Si saranno ad esempio accorti della proposta CISPA che imporrebbe obblighi di sorveglianza agli ISP, che negli Stati Uniti sono per ora riusciti a mantenere vivo il principio di neutralità della infrastrutture della Rete e dei provider. Questa legge, che trasformerebbe anche i provider americani in “Sceriffi della Rete”, è stata approvata alla Camera dei Rappresentanti e deve essere confermata dal Senato: l’amministrazione Obama aveva minacciato il veto del Presidente, ma ai più pare lo abbia fatto senza troppa convinzione. Si vocifera che il vicepresidente Biden sia invece favorevole alla legge, e da ultimo ci sono da temere anche strumentali contraccolpi dell’orrendo attentato di Boston, quindi…
Ma è per il Belpaese, per l’Italia che Cassandra, dovendo viverci, ha nuovi timori.
Anche da noi non mancano elementi di “ordinaria preoccupazione”: il governo uscente ha ad esempio approvato un decreto legge che consente , in situazioni di emergenza, poteri quasi illimitati di accesso alle informazioni ed alle infrastrutture di Rete.
Una tale normativa generale è una caratteristica ahimè tipica (e forse necessaria) delle democrazie occidentali, ed è pure richiesta a livello comunitario: sarebbero semmai i suoi dettagli attuativi, che nessuno ha per ora pubblicato o messo in discussione, ad essere meritevoli di attenta discussione. È quindi troppo presto per poterne parlare.
Suscita invece oscuri timori una storia della Rete che è accaduta sotto gli occhi di tutti. Un partito politico, o movimento che dir si voglia, ha utilizzato alcune tecniche proprie della Rete per auto-organizzarsi, partecipare alle elezioni ed ottenere un vistosissimo successo.
Fin qui nessuna novità, solo comunissima e banale cronaca.
Ma gli accadimenti successivi alle elezioni politiche, con incarichi, votazioni e nomine di cariche dello Stato, del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio, potrebbero essere stati fortemente influenzati, se non addirittura condizionati non dalla Rete in quanto tale, ma piuttosto da sue elementari dinamiche “pilotabili”, unite ad una sostanziale dose di ingenuità. Tali dinamiche non sfuggono a nessun navigante con un minimo di esperienza, e nessuno se ne scandalizza più di tanto quando vengono utilizzate a fini commerciali o di piccol affare.
D’altra parte la compravendita di voti “veri” ha riempito da decenni la cronaca sia “politica” che “nera”, quindi perché sorprendersi se pacchetti di finte mail, di commenti nei blog e di “mi piace” fossero stati utilizzati a fini di lotta politica? E perché preoccuparsi se addirittura avessero influenzato i “potenti” più “ingenui”?
Perché sorprendersi se anche rappresentanti di poteri “forti” si fossero alla fine trovati frastornati, confusi e magari manipolati? Colpa loro o al massimo dei loro staff.
La sensazione è che anche dopo le elezioni di due mesi fa, sia la politica che i media, giornali in primis, abbiano dovuto fare i conti con l’essere non infastiditi, non minacciati ma scavalcati o addirittura battuti su uno dei loro terreni più importanti, cioè la propaganda. Nessuno se lo aspettava davvero.
Se persino il neoconfermato Presidente della Repubblica ha sentito il bisogno di esprimersi in merito alle questioncelle tra Politica e Rete, l’agitazione causata deve essere davvero elevata. Indubbiamente il Presidente ha, come per qualsiasi altra cosa riguardante la Repubblica, l’autorità legittima e morale nonché il dovere di esprimere il suo giudizio: non possiede tuttavia, come nessun altro cittadino della Repubblica, il dono dell’infallibilità.
Quindi, se dopo essersi preoccupati delle sorti economiche e pratiche di questo paese e dei suoi cittadini a qualcuno avanzassero ancora energie, secondo Cassandra queste dovrebbero essere utilizzate per mantenere alta l’attenzione sui futuri provvedimenti legislativi che in una maniera o nell’altra mirassero a “regolamentare”, direttamente o indirettamente, la Rete in Italia.
Il pericolo di sorprese, avallate da eminenti pareri ed ammantate di ottime intenzioni e rassicurazioni, o magari semplicemente nascoste in una piega della regolamentazione della pesca a strascico, in Italia è oggi e sarà domani alto come non mai.
Perciò aguzzate la vista e, se lo vedeste, non fate portare dentro quel cavallo di legno.
Marco Calamari
Lo Slog (Static Blog) di Marco Calamari
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