L’ultima puntata dell’anno di Cassandra Crossing è tradizionalmente priva di fosche predizioni e dedicata al Natale, alle feste ed ai buoni propositi. Tipicamente Cassandra, tra varie sdolcinatezze, esorta in modi sempre diversi coloro che traggono vantaggi dal lavoro gratuito di altri a donare qualche soldino ai questi progetti, in modo da creare il circolo virtuoso della generosità, ed indebolire, almeno leggermente, quelli viziosi dell’interesse e del profitto, del controllo delle idee e delle persone.
Su questo, in quanto a risultati, stendiamo un velo pietoso. Ma certe parole devono essere pronunciate e certe cose devono essere dette indipendentemente dal loro risultato in quanto “le parole non perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo per giungere al significato, e per coloro che vorranno ascoltare, all’affermazione della verità”.
Per questo, con un completo cambiamento di tiro e continuando logicamente un discorso iniziato nel 2010, Cassandra ha deciso quest’anno di dedicare l’ultima puntata del 2013 non alle sdolcinatezze buoniste di tipo natalizio, ma ad un premio annuale, magari intitolandolo provvisoriamente “Cassandra heroes award”. Il titolo giusto magari salterà fuori dal forum.
I 24 informatissimi lettori ricorderanno certamente che la rivista Time elegge oggi anno , in modo altamente formalizzato ma non per questo meno discutibile, l’Uomo dell’Anno. Hitler, Stalin (due volte), Bush ed Obama ma anche Ghandi, svariati papi tra cui Francesco, il Personal Computer ed il Soldato Americano si sono divisi questo onore.
Pochi , anzi nessuno scienziato o tecnico tra gli eletti.
Molti attivisti sociali invece, di tipo ed orientamento i più svariati.
Ebbene, da quest’anno Cassandra promette di abbandonare le sdolcinatezze natalizie e buoniste, e di passare alla formale elezione del cittadino della Rete dell’anno. Ma, bando alle ciance, ed interrompiamo la suspense con un annuncio breve e diretto.
Pur senza dimenticare Stallmann, Assange, e Cerf, e tanti altri fari nel crepuscolo della Rete, l’ambito, benché sconosciuto e provvisorio titolo di “Cassandra heroes award” viene assegnato quest’anno senza ombra di dubbio ad Edward Snowden.
Coloro che non avessero chiaro il motivo, possono essere rassicurati facilmente. Nella meritatissima assegnazione di questo originale premio, il fatto di essere o non essere un martire, una spia, un traditore, un esibizionista, un hacker, un nerd, un cracker, una persona mentalmente disturbata con tendenze paranoiche, un membro di uno o più servizi segreti od una persona da loro manipolata non c’entra un fico secco.
Edward (il tono confidenziale è voluto) ha improvvisamente cambiato la vita di tutti noi , compiendo quella che ha spiegato essere la sua missione. Almeno, ha cambiato la vita di tutti coloro che vogliono vedere la realtà con i propri occhi, formarsi i propri giudizi e la propria Weltanschauung , la propria visione del mondo.
Come e più di Julian Assange (sempre sia lodato il nostro recluso da oltre due anni nell’ambasciata ecuadoregna di Londra) Edward ha cambiato la nostra visione del mondo. Ha testimoniato, provato e confermato oltre ogni ombra di dubbio che viviamo in una società dove la democrazia ha ceduto alle esigenze del tecnocontrollo e della supremazia economica e politica.
Ha confermato che anche quei paesi che pongono le costituzioni democratiche al primo posto in ogni esplicita dichiarazione sono anche i primi a violarle in nome di tanti valori ancora più supremi, quali una pretesa sicurezza dello Stato, la supremazia tecnologica ed economica, il controllo sociale ed ovviamente la lotta al pedoterrosatanismo , e che si attribuiscono il diritto di essere nel giusto violando i diritti fondamentali di tutti (in questo caso veramente di tutti) comportandosi in questo modo.
Edward, per motivi noti solo a lui, e magari neanche a lui, ha compiuto un atto disinteressato di trasparenza e denuncia, un atto eroico e disinteressato al limite dell’autolesionismo, un atto che ha cambiato la diplomazia, la politica, i media e la vita di noi tutti, anche di coloro (e sono la maggior parte) che non se ne sono accorti, che non se ne vogliono accorgere o che semplicemente se ne fregano.
Per questo, anche solo per questo, merita la definizione di “Eroe”.
Certamente ha cambiato la vita di Cassandra, fornendo ahimè conferme alle sue paranoie in misura superiore ad ogni sua attesa.
Edward ha compiuto la più grande operazione di trasparenza che la storia della politica, della democrazia e dello spionaggio ricordino.
Per questo, indipendentemente dai perché e dai percome, dobbiamo tutti ringraziare Edward Snowden, l’eroe.
L’uomo si giudica dalle sue azioni e dagli effetti diretti di esse.
Per questo, di nuovo e semplicemente, grazie Edward, lunga vita e prosperità .
Marco Calamari
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