“Ormai si parla di “nativi digitali” che utilizzano la tecnologia fin dalla culla e il termine “hacking” non fa altro che ricordare loro un filone di film mai visti. Lo stesso effetto che fanno i film cyberpunk degli anni ’80.
Ma… C’è un “ma”! La tecnologia usata con tanta disinvoltura si sta ritorcendo contro agli ignari utilizzatori della filosofia “non ho nulla da nascondere”. La tecnologia comincia a volare, ad ammazzare, a controllare…” La citazione precedente, che Cassandra utilizza oggi sia per intitolare che per iniziare il suo pezzo, è presa pari pari (e con la debita autorizzazione dell’interessato) da una nota e storica maillist.
Riassume in maniera mirabile la situazione dei nuovi “analfabeti digitali”: il neologismo “nativi digitali” che forse è nato proprio per mano di Cassandra, non è più adeguato alle nuove generazioni. Indi per cui Cassandra ne introduce uno indubitabilmente nuovo di zecca “Eloi digitali”, mutuato dalle omonime creature concepite da H.G. Wells.
Il termine di cui sopra non avrà certo la stessa fortuna del precedente: è troppo intellettualistico ed elitario. Dopotutto non si può mica pretendere che sia le nuove che le vecchie generazioni abbiano letto alcuni libri fondamentali. Lo ricorderanno forse i 24 instancabili lettori, e magari nemmeno tutti…
Come si diventa “Eloi digitali”? Qui sta il problema: non si diventa “Eloi digitali”, si nasce tali. È il destino di coloro che sono nati in questo millennio, in cui “una rivista è un iPad che non funziona”
Gli Eloi, lo spieghiamo solo per i poveracci che non hanno mai letto ” La Macchina del Tempo ” sono, in un remoto futuro, gli antichi ricchi abitanti della superficie della Terra: fatui e danzanti, trovano quanto basta a soddisfare le loro necessità senza dove lavorare. La notte però, ogni tanto, alcuni di loro spariscono.
Sono i Morlock, gli abitanti sotterranei della terra, gli antichi lavoratori che li allevano come bestiame e li usano come cibo. Nella visione di Wells, in un futuro i Benestanti diverranno cibo per i Lavoratori.
“Ma che c’azzecca l’Etica Hacker?” dirà qualcuno spazientito. L’Etica, in quanto categoria mentale, non esiste, e quindi non può fare nulla. Sono gli Hacker, e particolarmente quelli con ancora un’etica, che possono fare qualcosa, anche se vecchi e barboni.
Riformuliamo. Qual è allora il ruolo dei vecchi hacker? Vecchi, si intenda, solo nel senso di essere dotati di un’etica.
Continuiamo con la precedente citazione: “un ragionamento interessante è quello di iniziare ad usare il processo inverso rispetto a quello che si è sempre fatto. Quindi, invece che usare l’etica hacker per superare i limiti delle tecnologie, usare i limiti delle tecnologie per diffondere l’etica hacker.”
Bello, specialmente se potesse funzionare. In un numero limitato di casi probabilmente sì, ma intanto cosa accadrà al 99 per cento degli Eloi digitali?
Succederà che i Morlock di turno li alleveranno indisturbati per cibarsi dei loro dati e vendergli la loro pubblicità ed i loro prodotti: i “prodotti” nel frattempo potranno essersi trasformati radicalmente, non più beni o servizi, ma dati, personali o liberamente disponibili.
Dati pubblici e gratuiti alla fonte, o prodotti dai “consumatori” stessi, che verranno rimasticati e rivenduti a consumatori condizionati a comprarli, sotto forma di reputazione, autostima, passatempo, droga.
Succederà quindi che gli Eloi Digitali compreranno sempre più quello che nasce gratuito nella mente di molti: cultura, musica, letteratura, software, post, mail, e ne saranno pure contenti.
Ed in attesa di qualche idea buona, gli hacker non potranno certo incidere granché sulla realtà.
Forse conservare un po’ egoisticamente la loro riserva di olio per lanterne, come le “5 vergini sagge” della parabola in attesa della venuta dello Sposo sarebbe una strada possibile… Certo, lo sarebbe se ci fosse uno Sposo in arrivo.
Ma nessuno arriverà.
Probabilmente il mantenere qualche piccola comunità attiva, non per lottare ma per ricordare e continuare a creare eticamente, sarà l’unica vera possibilità di incidere, prima o poi, sul futuro.
Anche una luce piccola e debole, come quella della stella polare, rimane visibile sopra le pareti dei giardini recintati dove gli Eloi digitali danzano contenti insieme ai loro iCosi . E se mantenuta accesa e splendente, potrà servire da indicatore per una direzione da seguire quando i nodi di una società digitale malata verranno davvero al pettine.
Marco Calamari
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