A febbraio di quest’anno un grosso convegno , di cui si è molto parlato, introduceva così l’argomento del cosiddetto “Odio in Rete”: “La ferita provocata da una parola non guarisce”. È divenuto il proverbio di riferimento per la sensibilizzazione contro “l’ostilità delle parole in Rete”.
Certo, la Rete dà la parola a tutti , anche a “legioni di imbecilli” (Umberto Eco), e permette che le idee dei suoi utenti, senza distinzione di classe, educazione e ceto sociale, vengano condivise e trasmesse senza filtri.
Come non essere d’accordo? La Rete lo permette, e permetterlo a tutti è il suo “fiore all’occhiello”, cosa per cui val bene la pena sostenere qualche secondario aspetto negativo.
Ma guarda caso, senza che la cosa apparentemente sembri pericolosa, si demonizzano proprio i tratti distintivi della Rete , che è diventata quella di oggi solo grazie alla gratuità e alla libertà di espressione che l’ha sempre caratterizzata.
Non è certamente un caso che da allora, dopo prese di posizione se non altro molto chiare di personaggi pubblici quali Laura Boldrini o Enrico Mentana, le campagne denigratorie contro la Rete siano state un tormentone sia sui media tradizionali che nelle istituzioni.
Travestite da iniziative contro Cyberbullismo e Fake News, che sono problemi sì reali, ma tranquillamente contrastabili con le leggi esistenti, abbiamo ascoltato in questi mesi le più folli eresie censorie contro la Rete, demonizzata con nuove categorie di “cattivi”, visto che probabilmente i vecchi ” pedoterrosatanisti “, tanto abusati in passato, non fanno più paura a nessuno.
Ma tutti i grossi nomi che tuonano, spesso con la bava alla bocca, contro la Rete sono, non dimentichiamolo mai, gli ultimi arrivati : personaggi che si trovano, strumentalmente o inconsciamente, a difendere ruoli e posizioni.
Non ci stiamo. Non accettiamo che gli ultimi arrivati, anche quelli che hanno buone intenzioni, decidano il futuro della Rete.
Pur assolutamente d’accordo che le comunità sociali e il web marketing abbiano riempito la Rete di legioni di imbecilli, siamo certi che il problema non è la Rete in sé ma il modo perverso in cui governi, aziende ed agenzie “triletterate” la stanno usando.
Per parlare di questi problemi, con un programma veramente interessante, ci ritroveremo a Lucca questa settimana, il 23 e 24 Giugno, per la XXI edizione di e-privacy .
Avremo modo di parlare e discutere su questa situazione di “Odio contro la Rete” mediaticamente ed istituzionalmente indotto, e di studiare insieme un modo costruttivo di reagire.
Registratevi gratuitamente qui . Come sempre, quest’anno grazie al prezioso supporto logistico del Comune di Lucca , e-privacy è un convegno aperto e gratuito per tutti, senza sponsor commerciali e a budget zero.
A presto.
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