Software libero, occhi su Bruxelles

Software libero, occhi su Bruxelles

di Marco Calamari - La presa di posizione della Reding sul software libero non è l'affermazione di neutralità che si vuole far credere. E su quella posizione si fonda l'orientamento dell'Unione Europea
di Marco Calamari - La presa di posizione della Reding sul software libero non è l'affermazione di neutralità che si vuole far credere. E su quella posizione si fonda l'orientamento dell'Unione Europea

Chi mercoledì ha letto l’importante notizia apparsa su Punto Informatico forse si è lasciato distrarre dal titolo che richiamava i DRM e documentava la notizia che la UE sta riavvicinandosi alle posizioni delle aziende detentrici di diritti digitali. È stato infatti pubblicizzato un (implicito) parere positivo riguardo all’uso dei sistemi DRM, come enunciato in questo studio recentissimamente pubblicato.

Si tratta di una cattiva notizia per chi crede nella libertà e nella libera circolazione dell’informazione. Ma forse qualcuno ha sottovalutato la ben più cattiva notizia accennata nella parte finale dell’articolo. Sono in arrivo tempi molto duri.

Poco prima del già citato Rapporto sui contenuti digitali la UE aveva pubblicato uno studio sulle implicazioni del Software Libero nell’economia europea, che forniva giudizi positivi e quasi lusinghieri, gettando quindi ombre sul modelli di sviluppo del software proprietario. Il giudizio, provenendo da una fonte non schierata e certo non particolarmente sensibile a temi “alternativi”, aveva causato un comprensibile entusiasmo presso le associazioni e le aziende che ruotano attorno al Software Libero.

Questi entusiasmi sono stati annichiliti da una dichiarazione, riportata anche da questo articolo , del commissario alla Società dell’Informazione Viviane Reding.

Una parentesi: la signora Reding non è un funzionario qualsiasi, ma una delle figure più importanti nell’Unione, persona di grandissima esperienza, competenza e potere, da sempre usa alla ponderazione delle parole. Non un ministrucolo qualsiasi, disposto a dire tutto ed il contrario di tutto nella stessa frase. Ebbene, la signora Reding dice chiaramente che (la UE) “sostiene la concorrenza, l’interoperabilità, gli standard e l’indipendenza dei produttori” e quindi non intende schierarsi nella contrapposizione tra i produttori di software proprietario ed il mondo del Software libero.

Rileggete. È come se un ministro che enuncia di voler promuovere lo sviluppo intellettuale e la salute dell’infanzia, per salvaguardare l’indipendenza di futuri cittadini, dichiarasse poi di voler evitare di prendere posizione nel confronto tra Marc Dutroux e le sue vittime. E sottolineo: questo viene detto da una persona incredibilmente seria, se paragonata ad analoghe figure di casa nostra. Non sono parole buttate lì, ma a parere di chi scrive un messaggio chiaro ed inequivocabile, proprio per il modo in cui sostengono una posizione di neutralità che è invece un chiarissimo schierarsi a favore di una delle due parti.

Siate preoccupati: su questi temi dalla UE prossimamente non arriveranno aiuti, arriveranno schiaffoni. Nessun paladino ci difenderà laggiù. E la colpa è di chi ha fatto poco o nulla perché i politici, qui e là, sentissero il fiato sul collo di chi li vota, al posto delle usuali pacche sulle spalle di certe lobby. Quindi colpa mia e vostra, prima che di altri. Non abbiamo fatto abbastanza.

Se sono riuscito a farvi sentire in colpa ho un paio di suggerimenti da darvi. Il primo è quello di finanziare quelle poche associazioni che si battono su questi temi. Il secondo è più difficile: leggetevi i due rapporti citati, che sono di due-trecento pagine l’uno, o almeno dategli una scorsa. Chi non l’avesse mai fatto avrà uno spaccato di due temi importanti, ed anche di come funzionano le cose là dove si decide il destino dell’Europa.

Marco Calamari

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Pubblicato il
2 feb 2007
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