Tra i fatterelli che Cassandra rispolvera volentieri, magari per far sfoggio di vera cultura in alcuni campi limitati, c’è la proiezione di Star Wars IV “A new hope”, il film che nel lontano 1977 ha materializzato i sogni di ogni appassionato di fantascienza “letteraria”, dove per la qualità della realizzazione la fantascienza diventava “realtà” e l’immediata conseguente sospensione dell’incredulità consentiva un incredibile godimento della storia. Cassandra, con le stelle ancora negli occhi, guardò fino all’ultimo anche i titoli di coda, poi quando si accesero le luci, senza nemmeno pensarci se ne restò seduta e si godette per la seconda volta di fila lo spettacolo. Ora non è questo il posto per rispolverare i mille aneddoti legati alla saga di Star Wars, all'”Universo Esteso”, ai gadget, alle spade laser ed altro. Cassandra di mestiere fa profezie e, dopo aver prenotato un posto centrale alle 16:30 del 16 dicembre per la “prima” di Episodio VII, si sbilancerà oggi in una vera profezia, qualcosa cioè di non ancora accaduto, ma che sarà ben verificabile tra pochi giorni da tutti, proprio come accadde ai Troiani.
Alcune premesse (anzi molte) sono come al solito necessarie, e serviranno anche a spiegare il titolo di questa paginetta, traducibile con “Star Wars come era”.
Parliamo quindi un attimo dell’Episodio IV. Non sto a imbonirvi sulla peculiarità della numerazione, un minimo di cultura sulla matematica degli episodi va data per scontata, ma se foste davvero messi male, se vi mancassero i “fondamentali”, fermatevi e leggete qui prima di proseguire.
La produzione di Episodio IV è stata una saga in sé, guidata tra mille problemi con mano magistrale da un regista/autore/sceneggiatore/produttore illuminato, che aveva messo insieme anche una truppa di esordienti, sottopagati ma per la maggior parte entusiasti. Lucas si arricchì di colpo poiché, quando offrì il film ai dirigenti della 20th Century Fox, questi, evidentemente poco entusiasti, si offrirono di finanziare solo il 50 per cento della produzione. Fatta di necessità virtù, Lucas si ipotecò la casa e cominciò ad usare trucchi per ridurre il budget. Forse uno dei meno noti è il cachet di Alec Guinness . Lucas, che aveva bisogno di un ottimo e possibilmente famosissimo attore per la parte più importante del film, contattò tra gli altri Alec Guinness. Il rapporto di amore ed odio di Sir Alec con Lucas e col personaggio di Obi-Wan Kenobi è ancor oggi oggetto di discussioni, mentre il suo senso degli affari certamente no. Sir Alec negoziò infatti un cachet di soli mille dollari, a cui però aggiungere il due per cento degli incassi lordi del film. Lucas, in maniera costosa ma lungimirante, accettò, e Sir Alec con pochi minuti di pur ottima recitazione divisi in 3 film, si portò a casa in una botta sola molto più dei guadagni della sua intera carriera: si dice 95 milioni di dollari.
Anche Lucas si arricchì, con molto più lavoro, certo, ma anche molto di più (il 48 per cento degli incassi lordi più gli altri film, più il merchandising…) ed anche lui in un colpo solo, per essere stato trascurato dalle major, divenne egli stesso una major. E forse questo spiega l’inizio di una lenta decadenza…
La sceneggiatura originale di Lucas prevedeva un unico film, ma fu immediatamente chiaro che il materiale era troppo, e quindi egli la spezzò prima in tre episodi, poi in tre trilogie. Ebbe un altro colpo di genio nell’incominciare dal mezzo, affascinando lo spettatore con una storia piena di riferimenti a fatti e cose ignote e per questo ancora più affascinanti: cosa è la “Guerra dei Cloni”? E questo “Lato Oscuro”?
Episodio V fu ahimè affidato ad un altro regista da Lucas, che si relegò al ruolo di produttore e deus ex-machina : bello, ma un film necessariamente senza capo né coda.
Episodio VI è probabilmente il più affascinante tra i seguiti, con un principio, una fine e la mano di Lucas più poggiata sul timone.
Per nostra fortuna poi un pigro Lucas, dissanguato dal costosissimo divorzio dalla moglie, abbandonò l’insana idea di non dar seguito alla saga, ma invece di sviluppare cronologicamente la terza trilogia optò saggiamente per un salto nel passato passando alla prima, che gli avrebbe permesso alla fine la bella ricongiunzione dell’Episodio III.
Episodio I è ahimè il più brutto della serie, con Jar Jar Binks che la fa da padrone ed annoia tutti a morte solo per fare vedere quanto sono bravi alla Industrial Light and Magic. La corsa degli sguisci e la onnipresenza assolutamente inutile di Jar Jar Binks che, malgrado sia il primo attore sintetico realistico in un film, fa ridere quanto La Corazzata Potëmkin ed è espressivo quanto un mucchio di sassi, rendono Episodio I un film adatto a bambini un po’ tonti, proprio come nel caso di “Indiana Jones ed il Tempio Maledetto”.
Vogliamo poi tacere della Forza ridotta, con la sciagurata invenzione dei midi-chlorian, da entità misteriosa a semplice analisi del sangue? Sipario.
Episodio II è complesso, finalmente i pezzi rimasti appesi nei precedenti quattro film cominciano ad andare a posto: lo spettatore si sente a casa, e forse la storia è addirittura troppo densa. Buono.
Episodio III: tutto si ricongiunge, e questo vincola molto la storia ed impedisce qualsiasi sorpresa. Poteva essere un grande film, ma Lucas, ormai forse troppo pieno di sé e probabilmente circondato da stuoli di yesman , taglia alcune scene fondamentali (le trovate nei contenuti extra dell’edizione su DVD), puntando tutto sugli effetti speciali. Così la storia diventa quasi incomprensibile nella sua parte “politica”, ed il lunghissimo duello finale tra Anakin e Obi-Wan porta via tempo prezioso e diventa addirittura noioso. Buono, malgrado questi errori marchiani di sceneggiatura.
Nessuno di questi film riesce avere la magia e l’efficacia di Episodio IV: “infatti è impossibile – dirà qualche impreparato tra i 24 lettori – i seguiti sono sempre meno belli del primo episodio”. Non è necessariamente vero: prendete ad esempio il primo ed il secondo episodio della saga di “Alien”.
Ma cosa è successo recentemente? Beh, per vari motivi, non ultimo il fatto che sono passati quasi 40 anni, Lucas ha venduto alla Disney, nota multinazionale piena di soldi, ma in passato quasi affossata dalla gestione “familiare” del nipote di Walt, Roy Disney, malgrado i guadagni di Topolino e Disneyland. Messo da parte Roy e muovendosi come una multinazionale commerciale, passando per la creazione della Touchstone Pictures e l’acquisto della Pixar (comprata insieme al genio sempre “dietro le quinte” di John Lasseter ed Ed Catmull) nel 2012 la Disney Pictures si è “comprata” Star Wars (o meglio la LucasFilm), rimpinguando il conto in banca di Lucas di 4 miliardi (si, miliardi) di dollari, ma relegandolo al ruolo di “direttore creativo”.
Come era prevedibile, nei tre anni trascorsi da allora Lucas, che forse si illudeva di poter guidare in qualche modo la storia dei nuovi episodi, è stato completamente ignorato, ed addirittura la Disney ha chiaramente e pubblicamente annunciato che il “nuovo corso” di Star Wars avrà storie, personaggi e sceneggiature completamente “originali”, cioè senza nessun contributo del pur invecchiato ed imbolsito ma unico autore della “magia”.
Come i 24 intuitivi lettori avranno già capito, siamo arrivati alla profezia, anzi alle profezie, ovviamente di sventura.
La naturale discontinuità della saga, in cui dall’episodio VI al VII la maggioranza dei personaggi è morta, la maggioranza degli attori è inaccettabilmente invecchiata, sfregiata o ritirata e gli autori (pur bravissimi) non sono più gli stessi e soprattutto non hanno la stessa autonomia, insieme al fatto che la guida vera sia dettata da un consiglio di amministrazione, trasformeranno Star Wars in qualcosa di simile alle serie televisive che ormai stanno sostituendo i film come fonte di reddito per le case di produzione.
Una Babylon V di nobili origini, ma sempre più noiosa.
Le storie verranno annacquate, i personaggi saranno costruiti sui sondaggi, sui gusti del pubblico, quello che ha funzionato non si cambierà mai e l’innovazione creativa sarà bandita per legge. Magari introdurranno linee temporali parallele, come in “Lost” o “Fringe”, ottimo ed usatissimo trucco narrativo per allungare il brodo.
Quindi l’Episodio VII sarà probabilmente un film “guardabile” (come l’Episodio V) ma poi inizierà una lenta decadenza al ritmo di un episodio l’anno fino a quando, come Aladino, tutti si saranno scocciati dei personaggi.
L’unica speranza di riscatto sarebbe paradossalmente quella di un flop clamoroso dell’Episodio VII, seguito dalla decisione di dare carta bianca ad un’unica persona di genio per qualsiasi decisione sull’Episodio VIII e seguenti. Cassandra proporrebbe John Lasseter.
Ma ahimè, l’Episodio VIII è già in fase di realizzazione “parallela” all’Episodio VII, come gli episodi II e III di “Ritorno al futuro”, ed i risultati saranno probabilmente altrettanto scadenti.
Cassandra, poveretta, può fare solo profezie di sventura, mentre l’anima dello studente universitario che nel lontano ’77 guardò per due volte di fila Episodio IV spera tanto che almeno stavolta Cassandra si sbagli.
Marco Calamari
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