Ieri mentre stavo mettendo in cantiere la consueta puntata natalizia, durante una pausa di lavoro mi è caduto l’occhio sul numero di file della directory in cui conservo le bozze pubblicate di Cassandra Crossing. Mi è preso un colpo. Il numero era 100.
Un veloce controllo, in effetti la redazione ed il direttore di Punto Informatico avevano appena pubblicato la centesima puntata, fatto che in altri casi più importanti verrebbe certamente festeggiato.
Devo ammettere che mi sono emozionato; oltre ad una prova di pazienza dai miei 16 lettori e di stima da un bel gruppo di professionisti, mi sono reso conto che in quei bit c’era anche un pezzo di vita.
Grazie a tutti di cuore.
Sono ormai più di 2 anni, visto che l’ articolo da cui tutto è cominciato, frutto di un periodo di ferie estive turbolento ma produttivo, risale appunto al 2 settembre 2005. Mi ha fatto piacere rileggerlo, perché ha conservato tutta la sua attualità, e dispiacere, visto che i problemi che descriveva incombono ancora su di noi.
Ma è Natale, tempo non di tristezze ma di ferie e di riflessioni, di somme tirate e di nuovi progetti, di buoni propositi insomma. Io ne approfittero’ per cercare di trarne energie e spunti per le prossime cento puntate.
Il 25 dicembre è anche il tempo prediletto per tradizionali buone azioni (che non sono comunque vietate durante tutto il resto dell’anno). Persino quelli che si sono distratti per 11 mesi in questo periodo sentono il dovere di fare qualcosa, di regalare qualcosa. Mi permetto quindi di raccontarvi cosa ho deciso di fare io e perché.
Innanzitutto mi sono accorto che quello che ho potuto stanziare negli anni scorsi non era abbastanza, e data l’occasione ci ho aggiunto i proventi indegnamente concessimi dalla mai abbastanza lodata Direzione di questa rivista. Il dono di un anno di Cassandra insomma. Poi ne ho scelto la destinazione, facendo una difficile scelta tra molte possibilità, tra associazioni che si muovono nel mondo digitale.
A qualcuno potrebbe venire un legittimo dubbio; donare ad associazioni di questo tipo e non a quelle che sfamano i bambini del terzo mondo ha un senso? Io penso di sì. Nella storia non è mai stato possibile risolvere i problemi uno alla volta, specie quelli endemici nel “genus homo” come la fame nel mondo. Se insieme alla lotta contro la fame non si fossero portate avanti anche scienza e tecnologia, il mondo sarebbe un posto molto peggiore.
Queste associazioni si propongono di aiutare gli abitanti del primo, secondo e terzo mondo a non soffrire altri tipi di fame, fame di libertà, fame di diritti civili, che per il fatto di riguardare bit non sono comunque meno importanti. Qualcuno qui, oggi, deve occuparsi anche questo, e siccome servono anche soldi mi permetto di suggerirvi come aiutarli.
La mia personale selezione tra tanti enti degni che accettano offerte in denaro ed in tempo si trova qui sotto, insieme ad una personale e sintetica motivazione ed ai link al sito ed alla pagina delle donazioni. Se avete un carta di credito od un account tipo PayPal il pagamento è semplicissimo, ma anche in caso contrario le banche o semplicemente un amico che lo faccia per voi sono soluzioni sempre possibili, quindi non scoraggiatevi.
Fateci un pensierino ed auguri di Buone Feste a voi ed ai vostri cari.
Marco Calamari
Electronic Frontier Foundation
è una storica e grande associazione americana per la difesa dei diritti civili in Rete. Ha una staff, cosa molto costosa, e proprio grazie a questo ha potuto realizzare azioni importantissime di lobby sul Parlamento americano e partecipare, come “spina nel fianco” a costose ed altrimenti semisegrete associazioni tecnologiche deleterie per i diritti civili, come ad esempio il DVB (il Trusted Computing della televisione digitale).
Credetemi, si meritano i vostri soldi, associatevi e mandateglieli qui
Wikipedia
oltre a possedere la pura bellezza di una enciclopedia libera e gratuita scritta direttamente dall’umanità, questa organizzazione è quanto di più vicino possibile ad una UNICEF della fame digitale; i loro server non stanno pero’ in Rete gratis. Versare qualcosa qui alla Wikimedia Foundation è quasi un dovere.
The Tor Project
inutile parlarne ancora in questa sede, oggi sono la frontiera tecnologica delle libertà digitali; i loro programmatori, a cominciare da Nick, devono pur mangiare e se lavorano a tempo pieno su Tor qualcuno li deve sostenere. Mandare qualche soldo qui è probabilmente l’intervento più efficace a breve termine per chi desideri difendere le libertà digitali.
Il Progetto Winston Smith
essendo uno dei fondatori e non solo un simpatizzante mi vergogno un po’ di includerlo nella lista. Ma gli ho dato (anche) dei soldi, e quindi ne ha diritto. In Italia ha realizzato iniziative come e-privacy ed il Big Brother Award .
Qualche soldo qui potrebbe assicurargli un futuro.
The Freenet Project
Freenet è un’altra delle frontiere digitali, in passato il top, oggi sottoposta ad una lunga e dolorosa ma molto promettente riscrittura, ormai quasi completata. Il buon Matthew, che lavora a tempo pieno per il progetto insieme a tanti altri, ha bisogno anche di pagare l’affitto. Un contributo qui servirà a sostenere lui e tutti i bravi ragazzi che ci hanno già regalato tanto.
Free Software Foundation
esatto, proprio l’associazione di quell’ antipatico , trasandato americano con i capelli lunghi e dal temperamento etilista (speriamo che il fegato non lo tradisca mai). Quello lì, con la sua perseveranza al limite della maniacalità nel promuovere la forma più pura di software libero, ha cambiato il mondo e sta contribuendo a cercare di tenerlo sulla retta via. Non moltissimi se ne sono accorti. Un giorno i libri di storia lo ricorderanno, ma nel frattempo un contributo spedito qui sarà senz’altro speso bene.
In Europa abbiamo la fortuna di avere una filiale, la Free Software Foundation Europe ; anche loro si meritano un aiuto.
Tutte le release di Cassandra Crossing sono disponibili a questo indirizzo