A mostrare il segnale di via libera sono stati i giudici della Suprema Corte di Cassazione: quando gli avvisi relativi alle udienze sono da diramare in tempi risicati
potranno essere comunicati anche via SMS . Così stabilisce la sentenza numero 30984 dello scorso 30 luglio, a respingere il ricorso presentato per la presunta “violazione del diritto di difesa”.
Stando ai giudici in Cassazione, un’udienza non può essere considerata nulla se le parti – come nel caso in esame – non sono a conoscenza dell’avviso, anche se quest’ultimo è effettivamente pervenuto via fax o appunto SMS . La Suprema Corte ha riconosciuto i brevi messaggi di testo al di là del loro carattere “informale”.
L’avvocato ricorrente era in realtà stato rintracciato via fax e SMS, “al numero abitualmente utilizzato per lo svolgimento del suo ruolo di rappresentante legale”. Diverso il parere dell’uomo, che aveva smentito la ricezione dell’avviso invocando la “violazione del diritto di difesa” .
Prevale dunque “l’assoluta necessità, in linea con la prerogativa costituzionale di difendere il diritto alla libertà, di dare avviso nei tempi congrui sia al PM che agli avvocati, anche secondo canali meno ufficiali”. Si apre così alla sostituzione del difensore nell’udienza di convalida, nel caso l’incaricato non abbia prestato attenzione al proprio telefonino .
Mauro Vecchio