Londra – L’acquisto di un cestino dell’immondizia, specie del tipo nordeuropeo con le ruote per un facile trasporto, merita attenzione. All’interno del contenitore potrebbero esserci microspie per controllare la quantità di rifiuti prodotta dal nucleo familiare che decide di affidarvisi.
Fantascienza? Tutt’altro: in un articolo apparso su This Is London , ripreso dall’esperto di sicurezza informatica Bruce Schneider , si parla di ben due aziende tedesche che commercializzano questi tipici “cassonetti”, dotandoli di “cimici” e diffondendoli in tutta Europa all’insaputa di chi li acquista.
Nel Regno Unito, secondo le informazioni riportate dalla stampa locale, sono stati venduti almeno 500mila di quelli che ora vengono considerati alla stregua di apparecchi di spionaggio.
Il sistema è in realtà dovuto ad una necessità organizzativa: è un modo ingegnoso per tenere sotto controllo la produzione di rifiuti da parte dei nuclei familiari e, a cascata, organizzare al meglio la raccolta. In molti paesi dell’Unione Europea, infatti, i rifiuti vengono raccolti dagli operatori ecologici presso ogni singola abitazione.
Il chip equipaggiato sui cassonetti “privati” permette, attraverso un complesso sistema informatizzato, di sapere con esattezza la quantità di rifiuti smaltita da ogni singola abitazione. Il dispositivo trasmette un segnale ai camion della raccolta al momento del sollevamento, in modo tale da consentire la registrazione in un database del peso dei rifiuti caricati sugli appositi camion con braccio meccanico.
Ciò che solleva attenzione è che tutto questo si sia diffuso senza alcun dibattito o presa di coscienza, considerando che se ogni chip costa appena un paio di sterline, secondo le fonti un impianto di “lettura” sui camion di raccolta ne costa 15mila.
Le compagnie tedesche che hanno progettato e che commercializzano questo sistema, Sulo e Deister Electronic, operano in tutta Europa grazie all’appoggio delle amministrazioni locali. Nel Regno Unito la soluzione dei cassonetti “chippati” sarebbe indirettamente appoggiata persino dal governo.
Questo perché con la misurazione dei rifiuti, si potrebbe portare a casa un risultato per molti versi “rivoluzionario”: far pagare più tasse a chi produce più immondizia. La soluzione dei “cassonetti chippati” può fare qualcosa per promuovere la cultura del rispetto ambientale: attualmente viene impiegata soltanto nei recipienti destinati alla raccolta indifferenziata di rifiuti. Tuttavia alcuni politici britannici hanno criticato il metodo, visto come una vera e propria intrusione dello stato all’interno delle abitazioni.
Tommaso Lombardi