Categoria IT/ Il Sindacato Virtuale

Categoria IT/ Il Sindacato Virtuale

di Giuseppe Cubasia - Voglio avere delle risposte e le voglio subito, a portata di clic. Voglio trasparenza, voglio poter votare ogni decisione che mi riguarda e voglio poter parlare con chi pensa di potermi rappresentare
di Giuseppe Cubasia - Voglio avere delle risposte e le voglio subito, a portata di clic. Voglio trasparenza, voglio poter votare ogni decisione che mi riguarda e voglio poter parlare con chi pensa di potermi rappresentare

Una volta in una riunione, mentre cercavo di rendere un concetto, qualcuno si alzò ed additandomi al resto dei presenti mi disse: “Tu fai da semplificatore”, il tuo compito sarà rendere facile da comprendere cose complesse. Vi confesso che in qualità di semplificatore non me la cavai mai, ma leggendo il titolo di questo pezzo io stesso ho delle perplessità su come ora possa riuscirci. La tematica è molto complessa perciò direi di cominciare dal titolo.

“Sindacato Virtuale”. Due parole che racchiudono oltre un secolo di storia e di lotte.

Il sindacato come sapete tutti nasce principalmente per la difesa dei diritti dei lavoratori; e lo strumento principale per la difesa di tali diritti è lo sciopero a cui si contrappone il licenziamento, da parte dei datori di lavoro e la precettazione da parte dello Stato, ove naturalmente questo sia possibile per legge. In USA, ad esempio, se scioperi ti precettano immediatamente e se non riprendi subito il lavoro ti licenziano, e provvedono alla tua sostituzione. Ah, dimenticavo, dopo questo precedente è raro che vi assumano altrove.

In Italia la legge è differente.

Il sindacato, infatti, è anche un importante movimento d’opinione che influenza in materia notevole la politica sociale ( lì dove esso è organizzato con molti associati).

E questo ad esempio è quanto è accaduto con la legge N.300 del 20 maggio 1970, più conosciuta come statuto dei lavoratori .

Una forte pressione sociale ha fatto sì che in parlamento si votasse per cambiare le norme.

Sul ruolo essenziale dello Stato come colui che detta le regole per una giusta normativa, riporto con piacere un passo a dir poco illuminante dell’Enciclica De Rerum Novarum del 15 maggio 1891: “Il troppo lungo e gravoso lavoro e la mercede giudicata scarsa porgono non di rado agli operai motivo di sciopero. A questo disordine grave e frequente occorre che ripari lo Stato, perché tali scioperi non recano danno solamente ai padroni e agli operai medesimi, ma al commercio e ai comuni interessi.”.

Il sindacato non solo è riconosciuto dalla nostra Costituzione all’art. 39, come “un’associazione libera di lavoratori, non soggetto ad altro vincolo che la registrazione”, ma deve essere formato da lavoratori di un’unita produttiva (Cass. 9 agosto 2002, n. 12121), quindi con una rappresentanza diretta, (Cass. 5 febbraio 2003, n. 1684), ed il datore di lavoro non può interferire con esso né direttamente né indirettamente, pena condanna per comportamento anti-sindacale.

Inoltre è possibile anche avere dei sindacati privi di rappresentanza perché non firmatari di accordi, (Cass. 10 gennaio 2005, n. 269), e con essi, facoltativamente, è possibile che la proprietà tratti.

Il sindacato, insomma, è “LO” Strumento che la nostra Costituzione ha posto a difesa dei lavoratori. Ricordiamo che l’articolo 1 della Costituzione dice “L’Italia è fondata sul Lavoro”.

La forza del sindacato sono le persone che ne fanno parte ed i valori che essi difendono: chi fa parte di un sindacato fa parte di una forza che cambia ogni giorno anche la vostra vita, a prescindere dalla vostra volontà. Pensate a quante norme cambiano tra un contratto ed un altro; questo accade perché qualcuno (il sindacato) ha negoziato nuove norme, e se non vi stanno bene, beh, come ho detto, sta a tutti noi cambiarle.

E poiché siamo IT, la prima norma che personalmente vorrei cambiare è evitare di essere confuso con un capo officina od un direttore di un supermercato, lavori bellissimi, ma completamente estranei alla mia realtà lavorativa.

Io faccio un lavoro differente, e la prima cosa che voglio è che mi sia riconosciuto.
Mi piacerebbe anche parlare di tutte quelle cose che a me, IT, succedono di continuo e che non sono contemplate in quelle norme scritte per qualcun altro che di sicuro fa un lavoro differente dal mio.
E siccome sono IT, e siccome la carta mi fa schifo, come usare la penna ed altre amenità del secolo scorso, voglio qualcosa di Virtuale dove posso essere non solo in contatto con i miei rappresentanti, ma con tutti gli appartenenti alla mia stessa famiglia professionale.

Voglio avere delle risposte e le voglio subito, a portata di un click. Voglio trasparenza, voglio poter essere libero di poter consultare e votare ogni singolo passo ed ogni decisione che mi riguarda e voglio poter conoscere e parlare con chi pensa di potermi rappresentare. E soprattutto voglio avere la possibilità di esprimere la mia opinione liberamente.

Oggi tutto questo (virtualmente) lo potrei fare, vi sono le possibilità per farlo, esiste il web, esiste la rete ed esiste, almeno in teoria, una strada ed un mezzo perseguibile per realizzare qualcosa che mi rappresenti.

Mancano solo coloro che possano catalizzare tutto questo e renderlo concreto, o forse no, mi sto sbagliando, se stai leggendo questo, forse coloro che possono realizzarlo sono già arrivati.

Giuseppe Cubasia
Cubasia blog

I precedenti interventi di G.C. sono disponibili a questo indirizzo

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Pubblicato il
23 gen 2009
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