Successivamente al lancio internazionale di ChatGPT gli sviluppatori si sono lanciati in una corsa per ideare alternative al servizio di OpenAI, a volte anche caratterizzate da una certa ironia, proposte come parodia del chatbot basato sul modello di linguaggio GPT. Mentre c’è chi sviluppa GPT4Free, esistono anche teste più curiose che propongono CatGPT, un chatbot gratuito che rende i nostri amici felini delle “IA”: come funziona?
Alla scoperta di CatGPT, il chatbot felino
Chiunque può accedere a CatGPT tramite il sito ufficiale e intuire subito che si tratti di una variante di ChatGPT completamente focalizzata sull’esperienza a quattro zampe. I limiti del servizio riguardano in primis i dati ai quali ha accesso, tanto che nelle note si trova scritto “conoscenza limitata dei video del mondo e dei gatti dopo il 2021”. Tuttavia, spicca la presenza di ben due modelli di linguaggio per CatGPT:
- GPT-Meow si limita alla condivisione di GIF casuali di gatti e miagolii, rispondendo a domande con sequenze variegate di “Meow”, senza includere alcuna effettiva funzionalità IA.
- GPT-Furr, un “meowdello” effettivamente basato su GPT che restituisce risposte elaborate generate dall’intelligenza artificiale, assieme a una GIF divertente di gatti. In questo caso, però, bisogna connettere l’API di OpenAI affinché CatGPT possa sfruttare GPT-3.5 o GPT-4, a seconda del proprio abbonamento.
La community copre un ruolo cruciale per CatGPT, in quanto può proporre e votare nuove funzionalità da implementare nel servizio, rendendolo l’IA generativa felina per eccellenza.
In fondo si tratta di un progetto puramente ludico, ma con qualche caratteristica seria: nella homepage, difatti, si trova un link per donare alla National Humane Society, ente che si occupa della protezione e cura degli animali, cani, gatti e non solo.