“Date un’occhiata a questa trovata pubblicitaria. Wow, siamo famosi”. Così un micropost apparso alla fine di novembre su Twitter, pubblicato dal sito di ecommerce statunitense DecorMyEyes . Un cinguettio a cui è seguito un link, ad un articolo del New York Times che aveva fatto luce su un curioso schema truffaldino organizzato dal gestore Vitaly Borker. Il suo entusiasmo in 140 caratteri non è però durato nemmeno una decina di giorni.
Un nuovo articolo del quotidiano a stelle e strisce ha infatti annunciato l’arresto dell’uomo da parte delle autorità federali. Il trentanovenne Vitaly Borker sarà processato in primis per frode, sia a mezzo posta elettronica che telematica . La principale attività di business del sito DecorMyEyes consiste nella vendita online di occhiali firmati, tutti rigorosamente contraffatti. Borker rischierebbe ora fino a 20 anni di carcere per ciascuno dei due capi d’accusa .
Ma il cittadino newyorchese verrà processato anche per minacce agli utenti e cyberstalking, avendo risposto in modo decisamente sgarbato a tutti quei clienti che si erano sentiti raggirati dal sito. Borker aveva trasformato le opinioni negative dei suoi clienti in una sorta di vanto, sfruttando una vulnerabilità nel meccanismo di ranking del motore di ricerca di Google. In sostanza, peggiori erano le recensioni, meglio si piazzava il sito DecorMyEyes nei risultati di ricerca del search engine.
Il caso era giunto all’attenzione del quartier generale di Mountain View, portando una squadra di tecnici ad elaborare un nuovo algoritmo capace di far precipitare il ranking di tutti quei siti di ecommerce non visti di buon occhio dagli utenti. Borker – qualora venisse condannato – rischierebbe fino a 5 anni per aver mandato tranquillamente a quel paese i consumatori a stelle e strisce. Totalizzando così un mezzo ergastolo.
Mauro Vecchio