I cavi in fibra ottica presenti sul fondo marino possono essere utilizzati per rilevare terremoti e tsunami. La conferma è arrivata dalla ricerca effettuata da Zhongwen Zhan, professore di geofisica al California Institute of Technology. Lo studio è stato possibile grazie alla collaborazione di Google che ha fornito alcuni dati rilevati lo scorso anno.
Cavi sottomarini come sismografi
La rilevazione di terremoti e tsunami tramite cavi sottomarini non è una novità, ma finora era necessaria un’attrezzatura specializzata per “sparare” i laser lungo il cavo. Il nuovo approccio sviluppato dal team di Zhan non richiede nessun dispositivo aggiuntivo. I test sono stati effettuati sul cavo Curie, installato da Google, che porta la fibra ottica da Los Angeles a Valparaiso (Cile), coprendo una distanza di 10.500 Km.
Un terremoto può essere rilevato osservando la distorsione degli impulsi di luce che viaggiano lungo il cavo in una determinata direzione Quando si verifica un terremoto, il cavo viene mosso, piegato o attorcigliato, quindi gli impulsi di luce cambiano orientamento. Le distorsioni, rilevate e corrette in ricezione per eliminare gli errori nella trasmissione dei dati, consentono anche di studiare le variazioni dello stato di polarizzazione della luce e i terremoti che le hanno causate.
Utilizzando questa tecnica, i ricercatori guidati da Zhan hanno rilevato 20 terremoti nel corso del 2020. In pratica il cavo sottomarino è diventato un sismografo. Il cavo rileva anche il moto ondoso, per cui è possibile avvisare in tempo le persone che vivono lungo la costa del possibile arrivo dello tsunami innescato dal terremoto. Considerata la velocità degli impulsi luminosi, il segnale di pericolo può essere inviato in pochi secondi.