Una C grigia, racchiusa in un cerchio e attraversata da una striscia obliqua. Questo il simbolo adottato dall’organizzazione non profit Creative Commons , che ha annunciato il rilascio di quello che è stato definito come Public Domain Mark . Ovvero uno strumento che faciliterà l’individuazione di tutte quelle opere liberate dalle restrizioni imposte dal copyright .
Dunque un marchio che darà il via libera agli utenti, abilitati al libero riutilizzo di un determinato contenuto ormai diventato di pubblico dominio. Utenti che potranno in sostanza modificare, copiare, sfruttare un’opera dell’ingegno anche per fini squisitamente commerciali. Senza chiedere alcuna autorizzazione a procedere .
“Questo marchio rappresenta un passo ulteriore su quel sentiero che porterà la promessa di un pubblico dominio digitale a trasformarsi in realtà – ha spiegato Michael Carroll, tra i membri fondatori di Creative Commons – È essenziale che le varie opere vengano marcate e taggate con quelle informazioni relative allo status del copyright”.
Il Public Domain Mark faciliterà in sostanza la ricerca online di tutti quei lavori liberi di essere sfruttati a piacimento. Ad adottarlo per primo, l’imponente archivio digitale di Europeana . L’enciclopedia europea ha infatti previsto che entro la metà del prossimo anno saranno milioni le opere prive di copyright ad essere individuabili attraverso il nuovo marchio .
“Vogliamo assicurarci che le opere digitalizzate a disposizione su Europeana siano propriamente etichettate con le giuste informazioni – ha spiegato Jill Cousins, executive director di Europeana – in particolare quando un’opera sia libera dalle restrizioni conosciute sul copyright. In questo modo insegnanti e studenti potranno liberamente usarle nei propri lavori, modificandole e remixandole a loro piacimento”.
Mauro Vecchio