CCTV al Cinema. E viceversa

CCTV al Cinema. E viceversa

Ci ha pensato il visionario regista Adam Rifkin a confezionare una storia catturata con l'occhio digitale delle cam di sorveglianza. Sono ovunque, dice, ed è qualcosa su cui tutti dovrebbero riflettere
Ci ha pensato il visionario regista Adam Rifkin a confezionare una storia catturata con l'occhio digitale delle cam di sorveglianza. Sono ovunque, dice, ed è qualcosa su cui tutti dovrebbero riflettere

30 milioni di videocamere sorvegliano 300 milioni di cittadini statunitensi. Una ogni 10 abitanti, e tutti vengono ripresi in media 200 volte al giorno : al bancomat, al supermercato, al distributore di benzina o semplicemente mentre si passeggia per la strada. Una rivelazione per Adam Rifkin , quello di Small Soldiers , che ha deciso di voler provare a raccontare pro e contro della civiltà dei videosorvegliati.

Tutto comincia con una multa che arriva a casa, beccata per essere passato col rosso: quando la riceve, Rifkin rimane colpito dalla chiarezza con la quale è stato fotografato mentre vìola il codice della strada, e inizia a guardarsi attorno per capire dove si nascondano (o non si nascondano) le CCTV .

Il risultato è un film intitolato Look , in uscita negli USA e già acclamato dalla critica e dalle giurie dei festival. Una storia che se non risulterà originale nell’intreccio, lo sarà senz’altro per il punto di vista : l’intera pellicola, pur girata con moderne telecamere ad alta definizione, è stata registrata da punti nei quali erano presenti, o sarebbero state installate, le cam di sorveglianza.

Le corsie di un grande magazzino, un deposito, un parcheggio, una sala interrogatori della stazione di polizia: l’occhio indiscreto cattura tutti dovunque , qualunque cosa stiano facendo. Mariti infedeli, relazioni proibite, criminali che delinquono o che finiscono al fresco: nessuno di loro può mai avere la certezza di non essere osservato , proprio ora, proprio in questo momento. Nel film come nella realtà.

Il film pone anche un’altra questione: che fine fanno le immagini , le ore e ore di filmato che ogni giorno vengono catturate dagli occhi digitali? Nessuno lo sa, e spesso molti dei circuiti di videosorveglianza non sono neppure ufficiali né registrati. “È una questione troppo poco regolamentata”, spiega Lee Tien di Electronic Frontier Foundation.

Quello di Rifkin, comunque, non vuole essere un manifesto a favore o contro le cam. Secondo il regista la società si starebbe “evolvendo molto in fretta grazie alla tecnologia, ma senza un appropriato dialogo sul come”. Dunque Look è un modo per riflettere sul fatto che la videosorveglianza può essere “un bene o un male” per chi viene ripreso, e magari per rilanciare la discussione sulla privacy del dopo 11 settembre.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
20 dic 2007
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