Parigi – Quello che progetta di fare Michele Alliot-Marie, ministro degli Interni francese, ricorda slogan politici che si sono sentiti anche nel Belpaese: le telecamere di controllo in giro per l’intero paese verranno triplicate , per garantire maggiore sicurezza ai cittadini .
L’ esempio inglese fa proseliti in Europa. Parigi segue da vicino le recenti iniziative della città di New York, che ha cominciato il dispiegamento di reti intelligenti di occhi controllori sugli snodi principali della viabilità urbana, come già accade in molte metropoli statunitensi.
Sperando che non vada a finire come in Cina , dove anche un bacio può essere interpretato dalle cam come un potenziale crimine, il ministro francese sostiene di voler sviluppare la sorveglianza a mezzo CCTV “come una priorità all’interno del framework della prossima legge sulla sicurezza interna”. Non solo le cam dovranno triplicarsi in numero, ma fondamentale sarà lo sforzo per interconnettere in maniera effettiva tutti i network di videosorveglianza preesistenti , inclusi quelli delle “autorità locali, le autorità dei trasporti di Parigi, la compagnia ferroviaria nazionale e i grossi complessi commerciali”, dice il ministro.
Al di fuori di questo enorme network di sicurezza e controllo verranno lasciati gli stabili privati, assicura il ministro. E il suddetto network poi, inclusivo delle cam a tripla dose da installare in tutta la Francia, costerà all’erario la bellezza di “svariate migliaia di milioni di euro”, comunica Alliot-Marie.
Un prezzo non indifferente , ma che è ben poca cosa se si considera quanto le cam si riveleranno necessarie – stando a quanto dice il ministro – “per proteggere i cittadini francesi dal terrorismo e dalle altre forme di violenza, e per permettere loro di muoversi liberamente senza temere per le loro vite o proprietà”.
Assicurazioni vengono poi sul fronte della ritenzione delle immagini catturate: le registrazioni verranno conservate “tra 48 ore e una settimana a seconda del luogo”, sostiene Alliot-Marie, ed è fuori discussione il divieto per gli agenti di polizia di pretendere di spiare all’interno delle registrazioni ottenute con CCTV private. Almeno per ora.
Alfonso Maruccia