30 milioni di euro di IVA ogni anno: a tanto ammonta l’evasione sugli acquisti di CD e DVD registrata dal mensile specializzato AF Digitale nel nuovo numero in edicola. In una inchiesta, gli esperti del magazine mettono in luce come a questi denari evasi si aggiungano quelli dell’ equo compenso non pagato per copia privata , quello che spetterebbe ad autori ed editori e che è raccolto in Italia dalla SIAE . Una somma che si aggirerebbe attorno ai 125 milioni di euro.
Come ciò avvenga è presto detto: le imposte sui supporti spingono un numero sempre maggiore di commercianti italiani di rifornirsi di supporti ottici vergini all’estero. Questi vengono importati illegalmente e distribuiti nel nostro paese ad un prezzo che alla fine risulta quasi la metà di quello dei CD e DVD venduti regolarmente nei negozi nostrani, ai quali viene applicata IVA ed equo compenso.
Se a comprare è un privato, questi non deve pagare alcunché ma se a comprare è un negoziante, allora le cose cambiano. “L’evasione del compenso SIAE e della relativa IVA – spiega il giornale – rende possibile per i rivenditori disonesti praticare prezzi assolutamente competitivi su CD e DVD registrabili, rendendo, per esempio, il contrabbando di un paio di DVD più conveniente per il trafficante di quello di un pacchetto di sigarette”.
Ma ciò che colpisce gli osservatori di AF Digitale è anche il fatto che questo commercio avvenga “alla luce del sole”: “Moltissimi operatori commerciali fisici e online vendono i supporti a prezzi inferiori al valore alla fonte del solo compenso SIAE operando quindi in conclamata evasione SIAE e IVA senza che gli enti preposti procedano con gli opportuni controlli e le dovute azione di repressione del traffico e di recupero delle imposte evase”.
“Eppure – continua l’inchiesta – non servono complicate attività investigative per trovare gli evasori: tanto per fare un esempio, se in un negozio sono in vendita DVD registrabili a meno di 0,58 euro + IVA o CD registrabili a meno di 0,25 + IVA, ci sono le prove che è in corso un’evasione fiscale”.
Come noto, secondo l’industria italiana di produzione dei supporti, l’applicazione dell’equo compenso ha provocato enormi scompensi nel settore. Non sono certo solo i negozianti disonesti a ricorrere all’acquisto all’estero: grazie soprattutto ad Internet aumenta progressivamente anche il numero di singoli consumatori che del tutto legittimamente comprano grandi quantità di supporti da produttori e distributori internazionali. Con buona pace di quelli italiani.