Roma – Per aprire il lucchetto digitale che accompagna l’ultimo album di Anthony Hamilton non bisogna essere né hacker né smanettoni: è infatti sufficiente, quando ve ne fosse la necessità, premere il tasto delle maiuscole.
E’ quanto ha spiegato in un proprio studio John A. Halderman, uno studente della Princeton University che lo scorso anno pubblicò un’ approfondita analisi sulla nuova generazione di tecnologie anticopia per l’audio e che, proprio in questi giorni, ha svelato i segreti della nuova tecnica di protezione impiegata dal colosso della musica BMG per il suo recente CD.
La tecnologia, chiamata MediaMax CD3, è stata sviluppata da SunnComm Technologies con l’obiettivo, da un lato, di proteggere la musica dalla copia non autorizzata, e dall’altro, di fornire all’utente la libertà di ascoltare il CD anche sul proprio computer. Per far questo SunnComm si è avvalsa di un formato ibrido, già descritto da Punto Informatico due anni or sono, che prevede la registrazione sul disco di tracce audio tradizionali, riproducibili su qualsiasi lettore, e di una traccia dati contenente una versione dei brani in formato Windows Media Audio (WMA) protetti dalla tecnologia DRM di Microsoft.
La novità dell’approccio di SunnComm consiste nell’aver protetto le tracce audio tradizionali senza “trucchi” – come l’introduzione di errori casuali nel flusso audio – che limitavano la compatibilità dei CD con alcuni lettori o rischiavano di impallare i computer . Si è scelto invece un driver che sfrutta la funzionalità autorun inclusa in Windows e Mac OS X per caricarsi automaticamente all’avvio del disco: una volta in memoria, il programma intercetta ogni tentativo di copia e introduce forti distorsioni nella musica registrata.
Sebbene tale caratteristica, come afferma la stessa SunnComm, renda questo sistema anticopia “il più flessibile sul mercato”, sembra anche regalargli la palma del più superfluo: basta infatti tenere premuto il tasto delle maiuscole (shift) poco prima che il CD si avvii, o disabilitare la funzione autorun, ed ecco che il fragile lucchetto di SunnComm è aperto . Senza contare, poi, che il driver funziona solo sotto Windows e Mac OS X: questo significa che gli utenti di altri sistemi operativi, come Mac OS 9.x o Linux, non devono neppure prendersi la briga di schiacciare o disabilitare alcunché.
BMG si è detta perfettamente cosciente della facilità con cui è possibile superare la protezione del proprio CD, tuttavia ha spiegato di aver scelto la tecnologia di SunnComm proprio perché è quella che, al momento, meglio coniuga la volontà dell’industria di scoraggiare le copie occasionali con l’esigenza degli utenti di ascoltare la musica acquistata su qualsiasi dispositivo.
La posizione di BMG può essere interpretata come un segnale di apertura da parte di un’industria, quella discografica, che in passato si è mostrata sorda e indifferente alle richieste dei consumatori? Halderman sostiene di sì e fa notare come il nuovo album di BMG, al di là della facilità con cui sia possibile aggirarne la protezione, fornisce al consumatore libertà prima non contemplate da chi sviluppava soluzioni antipirateria, quali ad esempio la possibilità di ascoltare il CD su più dispositivi e piattaforme, copiare i file WMA su disco e player portatili e masterizzare le tracce un numero limitato di volte.
Resta tuttavia difficile, per gli acquirenti europei, dimenticare di essere spesso stati usati, in passato, come cavie inconsapevoli per il test delle prime tecnologie anticopia , le stesse che ben poche etichette hanno poi avuto il coraggio di riproporre sul mercato USA: non sembra un caso, del resto, che la nuova tecnologia di protezione “all’acqua di rose” di SunnComm abbia fatto il suo debutto proprio negli Stati Uniti.