Roma – Le ricerche di mercato dicono che potrebbe fruttare molti soldi, e le normative in materia si fanno sempre più stringenti. Eppure, il mercato dei cellulari ecologici stenta a decollare. Certo, tutti i produttori hanno programmi di riciclaggio dei vecchi apparecchi, ma quasi nessuno investe in nuovi modelli “green”. Perché, spiega un recente report di ABI Research , non garantirebbero sufficienti ritorni economici.
Le aziende del settore, racconta ABI, hanno chiare le potenzialità del “mercato verde”. Sanno che i modelli “sostenibili” potrebbero avere appeal per una fetta crescente del pubblico, e registrano con attenzione l’irrigidirsi delle leggi in materia di riciclaggio e ambiente. Per questo, quando si tratta di prototipi non lesinano gli sforzi: sono sempre più numerosi, documenta il report, i progetti-pilota e i concept products sviluppati in questo campo.
Ma lo slancio innovativo si arresta sulla porta degli impianti di produzione. Per mancanza di economie di scala, e incertezza sui ritorni economici, sono pochi i player che passano dalla fase prototipale alla produzione vera e propria. Dice in proposito il direttore di ABI Kevin Burden: “Solo pochissimi attori- quelli cioé che hanno dimensioni sufficienti per produrre a basso costo – si mostrano fortemente motivati a realizzare linee di cellulari ecologici. Per il resto, ci si concentra sulla ricerca della conformità alle norme, e sull’inserimento di componenti verdi selezionate all’interno dei processi tradizionali”.
Non appare casuale, in questo senso, che tra le aziende più “virtuose” segnalate dal report vi siano Nokia e Samsung. Il produttore coreano ha annunciato l’estate scorsa due modelli costruiti con derivati del mais ( bioplastica ), che dovrebbero entrare in produzione a partire dal 2010. Il tutto mentre i laboratori Nokia continuano lo sviluppo di Remade, un innovativo modello realizzato in larghissima parte con materiali recuperati (da lattine, bottiglie in plastica, pneumatici).
Come documentato , il mancato smaltimento e reimpiego dei componenti dei cellulari potrebbe creare seri problemi all’ambiente. Secondo le stime ABI, solo il 5 per cento degli apparecchi venduti ogni anno viene effettivamente recuperato attraverso programmi di riciclaggio o riuso .
Giovanni Arata