Cellulari, Italia regina d'Europa

Cellulari, Italia regina d'Europa

Secondo un rapporto della Banca Mondiale, il mercato del Belpaese è il migliore nel Vecchio Continente. Per tariffe e numero di utenti
Secondo un rapporto della Banca Mondiale, il mercato del Belpaese è il migliore nel Vecchio Continente. Per tariffe e numero di utenti

Roma – L’Italia è proverbialmente un paese di navigatori (in termini di esploratori storici e non ancora di internauti), ma soprattutto è popolata di persone che fanno largo uso (e abuso) del telefono cellulare. Lo rileva la Banca mondiale in un rapporto che mette il Belpaese in vetta ad una classifica europea delle utenze di telefonia mobile.

Nell’Eurozona, si legge nel documento, l’Italia vanta il primato del più alto numero di abbonamenti ai servizi di telefonia mobile, mentre a livello mondiale si trova al sesto posto. I dati relativi al 2006 riferiscono un tasso di penetrazione del 122 per cento (122 contratti di telefonia mobile su 100 cittadini). Nell’Unione Europea nessun mercato nazionale può vantare un così esteso bacino di utenza: alle spalle dello Stivale si trovano la Gran Bretagna e il Portogallo (115), Spagna (105), Germania (102) e Grecia (100).

Nel rapporto della Banca Mondiale si motiva questo primato con la convenienza delle tariffe applicate dagli operatori di telefonia mobile, precisando che il “paniere mensile” (ossia un’ipotesi media di 25 telefonate e 30 messaggi di testo) corrisponde ad una spesa di 14,1 dollari, una cifra ritenuta tra le più basse nel vecchio continente e battuta solo dalla cifra relativa alla Gran Bretagna (13,7 dollari).

Secondo gli stessi parametri, nel mercato francese un numero inferiore di utenze sarebbe da imputare a tariffe di telefonia mobile più onerose (29,4 dollari, sempre per 25 telefonate e 30 SMS). Niente a che vedere con i costi esistenti nel mercato del Kuwait (75 dollari sul paniere indicato).

Lo stesso rapporto, però, è meno confortante per l’Italia per quanto riguarda l’economia globale: dal 2000 al 2006, il Belpaese ha registrato una crescita del PIL dello 0,7 per cento, una performance ben diversa dalla crescita del 1,5 rilevata tra il 1990 e il 2000.

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Pubblicato il
6 mag 2008
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