Nel mercato della telefonia mobile regnano le utenze legate alle SIM prepagate. Il trend globale mostra un progressivo abbandono delle schede “postpagate”, ossia in abbonamento, a favore di quelle ricaricabili. All’orizzonte, secondo gli analisti del settore, ci sono numeri importanti, che prevedono entro cinque anni un mercato che per l’80% sarà composto da utenze prepagate.
Queste proiezioni, con numeri che provengono da Informa Telecoms & Media , sembrano dimostrare un fenomeno globale, originato in primis da quegli utenti che possiedono più telefoni cellulari, e quindi varie SIM card, per i quali avere differenti contratti rappresenta una fastidiosa e inutile zavorra. Già dallo scorso anno, la crescita della quota di mercato rappresentata dalle utenze ricaricabili ha raddoppiato il ritmo rispetto a quello degli abbonamenti e le previsioni per l’Italia descrivono un business che entro il 2010 raggiungerà un volume d’affari di oltre 21 miliardi di euro.
L’impennata delle prepagate, però, non avviene solo in Italia, dove il mercato degli utente in abbonamento è sempre stato ritenuto frenato dalla tassa di concessione governativa, un balzello di cui operatori, consumatori e parlamentari chiedono da tempo l’ abolizione .
La stima di InformaTM è infatti a livello mondiale e le previsioni poggiano su una base attuale molto concreta: a fine 2007, come riporta Telecoms.com , le utenze prepagate in tutto il mondo ammontavano a 2,33 miliardi e corrispondevano ad un volume d’affari che sfiorava i 242 miliardi di dollari. A trainare la crescita che porterà, nel 2013, al traguardo dei 3,93 miliardi di utenti ricaricabili – con un volume d’affari stimato in oltre 382 miliardi di dollari, saranno i mercati emergenti rappresentati dai Paesi in via di sviluppo, su cui molte telco puntano per mantenere la propria posizione sul mercato (che nei Paesi industrializzati, sviluppati e iperconnessi è già alla saturazione).