Cellulari, più vicino l'operatore virtuale

Cellulari, più vicino l'operatore virtuale

Agcom si muove per consentire agli attuali carrier di telefonia mobile di stringere accordi con gli operatori virtuali, che su altri mercati hanno portato a tariffe decisamente più basse. Altre novità in arrivo
Agcom si muove per consentire agli attuali carrier di telefonia mobile di stringere accordi con gli operatori virtuali, che su altri mercati hanno portato a tariffe decisamente più basse. Altre novità in arrivo


Roma – L’operatore virtuale fa bene al mercato. E’ questa, in estrema sintesi, la conclusione a cui è giunta l’ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni con la delibera relativa all’analisi del mercato n.15 “Accesso e raccolta delle chiamate nelle reti telefoniche pubbliche mobili”. Ma, oltre che sulla telefonia mobile, l’Agcom si è espressa anche sui mercati n.13 e n.14, che riguardano le linee “affittate” (per collegamenti dedicati).

L’Agcom ritiene che nel mercato della telefonia mobile, l’entrata di operatori virtuali (MVNO), ossia di compagnie telefoniche non dotate di una propria rete, a fianco (e in appoggio) delle aziende già presenti, potrebbe portare benefici significativi in relazione alle tariffe praticate agli utenti finali.

Un comunicato dell’Authority chiarisce infatti che “nel mercato dell’accesso e raccolta delle chiamate sulle rete telefoniche pubbliche mobili non si riscontrano posizioni di dominanza singola e/o congiunta o alterazioni sostanziali della concorrenza”. La conclusione è che non esiste una posizione dominante di un’azienda rispetto ad altre e, di conseguenza, non si ravvisa la necessità di introdurre nuovi obblighi regolamentari, confermando anzi l’idoneità dell’attuale situazione normativa. Con riferimento agli operatori virtuali, l’Autorità “ricorda che allo stato non sussiste per gli operatori mobili un obbligo a contrarre con eventuali operatori non dotati di risorse radio, tuttavia ciò non esclude la possibilità di negoziazione volontaria tra le parti, su base commerciale, nel rispetto dei principi di trasparenza e non discriminazione”.

Un’apertura già dichiarata nella scorsa estate che, con questo provvedimento conclusivo, trova un’ulteriore conferma. In ogni caso, Agcom dichiara di aver avviato “una attività di monitoraggio” per seguire le evoluzioni del mercato dei servizi di accesso e raccolta, con particolare attenzione alle relazioni tra operatori infrastrutturati e quelli sprovvisti di rete (operatori virtuali).

Le altre novità da Agcom
La situazione cambia, invece, se si guarda la situazione dei mercati n. 13 (segmenti terminali di linee affittate) e n. 14 (circuiti interurbani di linee affittate), che riguardano collegamenti dedicati tra utenti, ad esempio le linee che uniscono due sedi diverse di un’azienda.

In questo ambito, l’Authority identifica in Telecom Italia il soggetto che mostra di avere “significativo potere di mercato”. Vuol dire che è l’azienda che, in questi mercati, ha più potere di dettare regole. L’Agcom spiega in una nota che con la propria attività “si propone di favorire la competizione nel mercato a valle delle linee affittate al dettaglio, nonché negli altri mercati che utilizzano i segmenti terminali e i circuiti interurbani di lunga distanza quali servizi intermedi”. Per questo motivo ha definito alcuni obblighi che Telecom Italia sarà tenuta a rispettare.

Più nello specifico, continua la nota, “il provvedimento dell’Autorità prevede una nuova configurazione dei servizi relativi alle linee affittate all’ingrosso, che si articolano ora nelle due componenti denominate segmenti terminali (terminating) e circuiti interurbani (trunk), nonché una nuova disciplina relativamente alle modalità di controllo delle tariffe praticate da Telecom Italia agli operatori terzi”. In pratica, l’offerta di linee affittate all’ingrosso dovrà essere distinta – in segmenti terminali e circuiti interurbani di lunga distanza – in funzione dei bacini regionali trasmissivi (circa 20), che saranno definiti sulla base della tipologia di rete effettiva di Telecom Italia. A differenza del vecchio quadro regolamentare, entrambi i servizi potranno essere utilizzati dagli operatori alternativi di rete fissa e mobile a prescindere dalle finalità d’uso.

Si tratta di una modifica di rilievo, dell’impianto regolamentare vigente, sia con riguardo alle modalità di offerta dei servizi all’ingrosso di linee affittate, sia in relazione ai prezzi massimi che Telecom Italia pratica agli operatori di rete fissa e mobile: il provvedimento regola anche la fornitura dei flussi di interconnessione, servizio accessorio ma necessario, evidenzia Agcom, “alla fruizione di tutti i servizi all’ingrosso regolamentati, tra cui anche i segmenti terminali e circuiti interurbani di linee affittate. Come questi ultimi, anche per i flussi di interconnessione si prevede l’obbligo di orientamento al costo secondo la modalità del network cap”. L’innovazione, economicamente parlando, è il passaggio da un meccanismo di controllo dei prezzi, basato su una riduzione rispetto al livello dei prezzi dei servizi al dettaglio (retail minus) ad un sistema di controllo su base pluriennale dei prezzi massimi praticati (network cap), che prevede obblighi di orientamento al costo anche per i segmenti terminali (una riduzione annuale del 9,6% al lordo dell’inflazione per i prezzi dei segmenti terminali e il puro recupero dell’inflazione, per i prezzi dei circuiti interurbani di lunga distanza).

Dario Bonacina

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Pubblicato il
30 gen 2006
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