100 mila creditori, 12 miliardi di dollari di asset congelati: Celsius è sprofondato in questo mare dopo troppe settimane di allarmi, smentite e tentativi di soffocare le voci che vedevano ormai un vicolo cieco per il gruppo. L’azienda, uno dei grandi nomi internazionali del mondo crypto, non ha potuto far altro che aderire alla protezione Chapter 11, quella che in Italia equivale alla procedura di fallimento e gestione dei crediti residui per il rimborso di chi possa averne diritto.
Su questo fronte si aprirà ora il nuovo – ultimo – capitolo dell’azienda. Nei giorni scorsi gli ultimi licenziamenti, i prelievi bloccati già un mese fa, gli allarmi di inizio luglio, i rimborsi al contagocce dei giorni scorsi, infine la caduta. Formalmente il gruppo sta “ristrutturando per stabilizzare il business e massimizzare il valore per gli stakeholder“, ma la realtà è ben più cruda di ciò che queste parole del CEO Alex Mashinsky possano lasciar intendere all’interno delle FAQ con cui si conclude questo percorso.
Aveva dunque ragione chi in passato aveva già definito Celsius un grande ed elaborato schema Ponzi? A stabilirlo sarà la procedura che andrà a prendere in mano le carte per liquidare i creditori massimizzando il credito residuo nelle casse, cercando di capire ove la liquidità sia finita e se vi sia stato dolo in tutto ciò. Quello che doveva essere un grande esperimento di finanza alternativa, con tanto di stilettate continue al sistema bancario ed alle sue debolezze, si rivela essere un boomerang.
Il terreno delle crypto continua ad essere estremamente scivoloso. La sensazione è che il cosiddetto “inverno delle crypto” possa portare ad una maggior concentrazione dei capitali, facendo anzitutto scappare gli investitori dai nuovi esperimenti della DeFi e dai piccoli exchange per concentrarsi sulle entità più affermate. In questo gruppo figurano ad esempio Binance, un traballante Coinbase e la realtà globale di Crypto.com: per tutti sarà sempre più centrale allontanare i propri brand da possibili segnali di rischio, poiché la fiducia sarà asset fondamentale nei mesi a venire con il perpetrarsi dei problemi sulle crypto, con i nuovi tassi di interesse in aumento e con una crisi globale che rischia una pesante morsa invernale.
Un mercato costruito sulla fiducia, improvvisamente vede venir meno proprio questa componente essenziale: inevitabile che i rami secchi siano destinati a cadere per primi.
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