Secondo le indiscrezioni pubblicate dall’agenzia Reuters la lista dei candidati alla poltrona di Steve Ballmer a Redmond si è fatta davvero breve: quattro, massimo cinque i nomi che sono ancora in ballo, e tutti rientrano nell’elenco dei manager già trapelato tra supposizioni e deduzioni. In cima alla classifica di gradimento, nonostante qualche parziale smentita dell’interessato, c’è ancora Alan Mulally , l’uomo che ha risollevato le sorti di Ford e che dovrebbe rilanciare le speranze di Microsoft. A tallonarlo un terzetto di candidati interni, a cui si unirebbe un quarto nome per ora ancora ignoto.
Il nome di Mulally, a quanto è dato sapere , è gradito ai piani alti e ha il fascino della sua storia personale: il modo in cui Ford ha affrontato la crisi globale, e del mercato automobilistico in particolare, fa molta presa sul pubblico e costituirebbe un biglietto da visita importante per ridare smalto all’appannata immagine di Microsoft. Reuters ribadisce che la fedeltà e le dichiarazioni di voler continuare il suo lavoro a Detroit fatte da Mulally sono la classica risposta preconfezionata che ci si aspetterebbe da un uomo nella sua posizione, ma la faccenda della sua partenza per Seattle non è affatto chiusa come le pubbliche relazioni vorrebbero far credere.
Stephen Elop, uscito da Microsoft per andare al timone di Nokia e ora sulla via del rientro dopo l’acquisizione, già durante la sua precedente permanenza a Redmond era stato indicato come potenziale successore di Ballmer. Se il suo carisma appare oggi indebolito dai risultati ottenuti in Finlandia, lo stesso non si può dire di Satya Nadella: quest’ultimo ha assunto sempre maggiore rilevanza col crescere dell’importanza del business cloud, di cui è artefice, nel fatturato di Microsoft. Il terzo candidato nominato da Reuters , Tony Bates, è stato il CEO di Skype fino all’acquisizione da parte di BigM, e riveste un ruolo preminente nell’attuale organigramma dell’azienda.
In questa breve lista ci potrebbe essere spazio per qualche altro nome, anche se per ora non ci sono indiscrezioni al riguardo. Quello che probabilmente deciderà la partita sarà la visione che i candidati proporranno al comitato che ha l’incarico di selezionare il nuovo CEO: gli azionisti di riferimento, tra cui il co-fondatore Paul Allen , hanno idee divergenti dall’attuale ristrutturazione in corso a Redmond, ribadita non più tardi di ieri a Roma da Steve Ballmer. La trasformazione di Microsoft in un’azienda di device, software e servizi potrebbe non essere la strada maestra da imboccare: al prossimo CEO potrebbe toccare una sforbiciata e un cambio di rotta deciso, per tagliare le divisioni meno profittevoli e concentrare gli sforzi sulle più lucrose attività enterprise.
Luca Annunziata