New York (USA) – I defacer non contribuiscono in alcun modo al dialogo con i popoli islamici o alla risoluzione del problema terrorismo: questo il messaggio che Vint Cerf, considerato uno dei “padri” di internet, intende lanciare con una serie di spot televisivi che verranno proposti anche dai portali internet selezionati con una versione online.
I web defacer, coloro che modificano le home page dei siti penetrando nei server che li gestiscono, secondo Cerf e l’esperta di sicurezza internet Parry Aftab sono oggi un problema, così importante da meritare una campagna internazionale. D’altra parte, dopo l’11 settembre il numero di coloro che si dedicano a questo genere di attività è aumentato esponenzialmente , perché all’attività “tradizionale” di defacement si è aggiunta la rivendicazione, la voglia di vendetta, la richiesta di arresto di Osama Bin Laden. Il tutto a spese di siti che molto raramente hanno qualcosa a che vedere con coloro che questi defacer considerano propri “nemici”.
“Chi attacca i siti – sosterrà Cerf nei suoi spot – non contribuisce in alcun modo costruttivo a gestire i molti problemi che la civilizzazione globale oggi ha dinanzi”. Solo se internet continuerà a funzionare a dovere, spiegherà Cerf, si “potrà offrire una via all’espressione pubblica delle opinioni e dunque, forse, ad una migliore comprensione”.
Gli spot televisivi saranno due o tre, e dureranno 15 o 30 secondi. Secondo Aftab, che si alterna con Cerf negli spot, sarà possibile coinvolgere in questa campagna anche numerosi portali internet, come già è avvenuto con alcune campagne sulla comprensione delle diversità razziali.
“Quelli (i defacer, ndr.) credono di proteggerci – ha spiegato Aftab – ma stanno colpendo proprio quella cosa che ci consentirà di guarire”, cioè internet.
Anche Aftab sposa la tesi di Cerf, che già all’indomani dell’attentato si era appellato al mondo affinché internet venisse mantenuta quella che è, cioè un formidabile veicolo di libero scambio di opinioni e informazioni, veicolo del quale in questo momento secondo Cerf c’è un estremo bisogno.
Cerf e Aftab non sono i primi a prendersela con questi defacement. Già nei giorni scorsi si erano espressi contro gli hacker del Chaos Computer Club attraverso il loro esponente più conosciuto, Andrew Mueller-Maguhn, secondo cui interrompere la comunicazione online con questi atti “offre fondamenta più solide per la crescita dell’ignoranza”. Dello stesso avviso anche la Electronic Frontier Foundation, che ha chiesto ai defacer di ripensarci. Basteranno questi appelli pubblici?