Ha giocato a World of Warcraft e guarda alla rete con lo stesso entusiasmo di quando contribuiva ad edificarla. Vint Cerf, inventore insieme a Robert Kahn del protocollo TCP/IP, ora “evangelista di Internet” per Google, parla del passato, del presente e del futuro di Internet.
Cerf parla dell’evoluzione di Internet e ne parla come fosse un processo imprevedibile, spinto dalle esigenze dei netizen e del mercato: “C’è gente che pensa che 36 anni fa qualcuno abbia provato ad immaginare come sarebbe stata la rete nel 2008 e che sia stata questa immaginazione a guidarne l’evoluzione – ha spiegato Cerf alla celebre rivista Esquire . Ma la storia si è dipanata in maniera completamente diversa , osserva uno dei padri di Internet: numerosi fenomeni sono sfuggiti in passato alle sue previsioni.
Era circa il 1979 e il primo messaggio di spam raggiungeva Cerf: era un messaggio indesiderato inviato da un’azienda in cerca di dipendenti. Impossibile immaginare che il fenomeno spam raggiungesse le dimensioni che ha assunto ora: non era stato previsto dall’inventore della posta elettronica Ray Tomlinson, ha lasciato di stucco Cerf e colleghi. Indignati dall’attenzione indesiderata ricevuta, si sono detti: “La rete non è fatta per la pubblicità, è fatta per lavorare seriamente!”.
Cerf ammette di non aver previsto nemmeno l’ascesa della pornografia: “È stata una delusione scoprire che Internet stesse diventando terreno fertile per il porno”. Ma Cerf non crede che la creatura a cui ha contribuito ad infondere la vita stia prendendo una brutta strada: Internet è una creazione collettiva, che anche i pornografi contribuiscono ad edificare . “Sono i primi ad adottare una nuova tecnologia – osserva Cerf – e se ci sono nuovi canali per distribuire i loro prodotti, è certo che li troveranno e li sapranno sfruttare”.
Gli strumenti di social networking? Gli ambienti virtuali osteggiati da molti e utilizzati da altrettanti netizen? Cerf li considera strumenti utili, un terreno per sperimentare e per sviluppare abilità. Chat e instant messaging, ad esempio, sono strumenti significativi per sordi e ipoudenti, in attesa che impianti cocleari di nuova generazione consentano a tutti loro di scavalcare la disabilità percettive. Cerf non ripudia nemmeno i mondi virtuali, i MMORPG che irretiscono e trattengono di fronte allo schermo milioni di netizen di tutto il mondo. “Non ho passato molto tempo a giocare a World Of Wacraft – confessa Cerf – perché penso che richieda un consistente investimento di tempo ed energie per giocarvi con serietà”. Ma immergersi nei giochi online, a parere di uno dei padri del Web, non è una perdita di tempo: “Interagisci con altre persone, risolvi dei problemi, sei stimolato da sfide che dovrai affrontare”, potrebbe essere un’esperienza educativa da condividere fra genitori e figli. Anche la famiglie infatti non dovrebbero rinunciare a condividere con i pargoli l’esperienza di rete, spaventati dal divario digitale che li separa dalle nuove generazioni: Cerf ha spiegato che “non bisogna essere giovani per imparare la tecnologia, basta sentirsi giovani”.
Anche Second Life, mondo governato da regole meno ferree nel quale i netizen possono limitarsi a pascolare, è a parere di Cerf un esperimento interessante: “Le persone non inventano solo mondi virtuali ma anche nuovi principi economici”. “Ci sono economisti in Second Life che studiano i comportamenti delle persone, perché si tratta di persone reali che prendono decisioni reali”, spiega Cerf, poco importa che si tratti decisioni che riguardano acconciature stravaganti o operazioni di chirurgia estetica di pixel.
Per quanto attiene il futuro, Cerf si dichiara entusiasta e ansioso di poter apprezzare i progressi che si dispiegheranno nei prossimi anni. Cerf prevede che non si combatterà su Internet ma che saranno numerose le battaglie per Internet, quali ad esempio la disfida per la neutralità della rete, della quale Cerf stesso si è fatto rappresentante . “Mi piacerebbe sapere come sarà Internet nel 2050 – annuncia Cerf – quando penso al futuro mi piacerebbe avere otto anni”.
Gaia Bottà
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