Vint Cerf è il tecnologo corresponsabile del “principio fondatore” di Internet, quell’insieme di protocolli definiti sotto il termine ombrello TCP/IP che regolano da decenni lo scambio di dati e informazioni tra i netizen. Ed ora, guardando al domani del network e della società dell’informazione che scorre tra le sue vene di fibra e rame, Cerf vaticina la fine delle trasmissioni televisive tradizionali . E per farlo, ha scelto proprio una platea di professionisti e pezzi grossi del panorama internazionale dei media.
Il padrino di Internet – attuale vicepresidente e Chief Internet Evangelist di Google – parla nel contesto dell’ Edinburgh International Television Festival , prevedendo che il rapido sviluppo delle tecnologie telematiche applicate al broadcasting degli audiovisivi porterà presto l’industria televisiva alle soglie del suo “momento iPod”. Come il lettore multimediale di Apple ha ridisegnato i confini dell’industria musicale , sostiene Cerf, così il principale mezzo di comunicazione del nuovo secolo trasformerà in maniera radicale quello del secolo scorso .
“L’85% di tutto il materiale video che guardiamo è pre-registrato, quindi puoi programmare il tuo sistema per scaricarlo in qualsiasi momento”, spiega Cerf, che ammette ancora la necessità della TV dal vivo “per certe cose – come le news, gli eventi sportivi e le emergenze – ma essa è destinata a diventare come l’iPod, con i contenuti scaricati per essere fruiti in un secondo momento”.
Cerf rilancia dunque l’attesa rivoluzione della Internet Television , IP TV o NET TV , paventando l’esplosione di un fenomeno di cui si vedono ben chiari già i prodromi: basti pensare all’onnipresente YouTube o al neonato servizio di broadcasting digitale della BBC iPlayer .
“In Giappone – continua Cerf – si può già scaricare un video lungo un’ora in 16 secondi. E stiamo cominciando a vedere modi di remixare l’informazione… immaginate la possibilità di mettere in pausa un programma TV ed usare il mouse per clicckare sui diversi oggetti su schermo per accedere ad approfondimenti”, come ad esempio succede in scene del cinema caro al discusso regista olandese Paul Verhoeven .
Una nuova prospettiva per la TV che secondo il tecnologo dovrebbe essere vista dagli attuali protagonisti di settore come un’opportunità unica per esplorare vie di distribuzione alternative , piuttosto che una minaccia alla loro sopravvivenza. Cerf ne ha anche per gli ISP, che da tempo si lamentano per l’esplosione dei servizi di distribuzione video con annessi effetti collaterali – o presunti tali – sul carico di banda eccessivo che il network deve di conseguenze sopportare.
“È una preoccupazione comprensibile, visto che sotto i loro occhi si muove una enorme quantità di informazioni in rete” dice Cerf, ma avverte che in sostanza le “minacce” degli ISP sono solo tattica per spaventare , considerando che già 20 anni or sono era stato previsto il collasso di Internet una volta che fosse stata usata dalla massa della popolazione. “Nei 30 anni successivi è migliorata di un milione di volte… siamo ancora ben lontani dall’esaurirne le capacità” sostiene Cerf.
L’esperto è poi tornato al suo vecchio pallino , l’estensione di Internet nello spazio: una Rete che da globale diventi interplanetaria , mettendo in comunicazione il pianeta Terra con la stazione spaziale orbitante ISS, la Luna e Marte. “Fino ad ora abbiamo usato il cosiddetto Deep Space Network per comunicare con lo spazio attraverso segnali radio. Quello che vorrei fare assieme ai miei colleghi è usare a tal scopo una versione apposita di Internet” sottolinea.
Progetti avveniristici dalle difficoltà quasi insormontabili , come quella di dover attendere 40 minuti per una risposta alle informazioni inviate ad un veicolo spaziale a 380 milioni di chilometri di distanza dal “server”, ma le cui sperimentazioni potrebbero eventualmente venire usate per migliorare la Internet terrestre. In puro spirito positivista, Cerf vorrebbe che ognuno dei 6 miliardi di esseri umani del pianeta avesse la possibilità di fruire di una connessione, perché ognuno di essi “porterà valori aggiunti che finiranno per essere di reale beneficio per tutti”.
Alfonso Maruccia