L’iniziativa Folding@home che già può contare su una potenza pari a oltre 2,5 ExaFLOP vede la propria infrastruttura di calcolo distribuito oggi incrementata da circa 10.000 core CPU messi a disposizione dal CERN. La piattaforma è impegnata nelle operazioni di simulazione legate alla ricerca sul coronavirus che sta mettendo in ginocchio intere popolazioni a livello globale.
Folding@home, il contributo del CERN al progetto
Le risorse sono parte del data center gestito dall’istituto svizzero che complessivamente conta 230.000 core distribuiti in 15.000 server operativi 24/7. Questa la breve dichiarazione attribuita a Jan van Eldik, numero uno del team Resource Provisioning.
Il contributo dal data center del CERN è legato a risorse destinate al pensionamento. Abbiamo rapidamente sviluppato una procedura che avvia macchine virtuali con Folding@home in esecuzione sul cloud OpenStack del CERN.
With about 10 000 computer cores from its main data centre, CERN and LHC computing sites are supporting the @foldingathome volunteer-computing initiative. https://t.co/IFqH5HGMEM
— CERN (@CERN) April 29, 2020
L’obiettivo finale è quello di fornire un contributo agli studi su COVID-19 e nella migliore delle ipotesi trovare un vaccino o una cura per la malattia. Il principio del calcolo distribuito è lo stesso che per molti anni è stato alla base di un altro progetto, SETI@home, fermato dai responsabili proprio in questi mesi dopo due decenni di attività.