Oltre all’istituzione di un fondo da 250 milioni di euro per la creazione di una vera “Repubblica Digitale“, il ministero ha annunciato altresì un importante passo avanti nel rapporto tra cittadini e PA: in accordo con gli uffici del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, Vittorio Colao ha approvato una norma “per permettere ai cittadini di iscrivere e gestire online il proprio domicilio digitale direttamente dall’anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR), accedendo con SPID e CIE“.
Certificati anagrafici, gratis e online
Grazie all’anagrafe nazionale, insomma, i Comuni hanno ora un unico punto di riferimento per reperire dati e informazioni anagrafiche e ciò consentirà un forte snellimento di burocrazia e procedure, con un interscambio di dati semplificato ed un grosso passo avanti in grado di dimostrare come digitalizzazione e sburocratizzazione siano aspetti che vanno di pari passo. Ciò offrirà ai cittadini grandi benefici con effetto immediato. Entro poche settimane, infatti, chiunque potrà accedere online alle informazioni, scaricare documenti e poter fare tutto con modalità prima impensabili: subito e gratis.
La novità riguarda tutti i cittadini italiani, ma non solo:
Il provvedimento non riguarda solo i cittadini, ma anche le imprese: nel decreto è infatti prevista una norma che consente a queste ultime di acquisire le certificazioni necessarie per le proprie attività attraverso un’unica piattaforma. Questa funzionalità agevola l’interoperabilità e lo scambio di informazioni tra le pubbliche amministrazioni ed è un servizio telematico per il collegamento alla Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND).
“Le cose stanno accadendo“, ha spiegato Colao al Corriere della Sera prima di spiegare concretamente cosa stia accadendo: “dal 15 novembre per avere un certificato anagrafico non servirà più andare allo sportello: basterà sedersi al computer e scaricarlo. Senza nemmeno pagare il bollo, che in qualche caso arriva fino a 16 euro“.
In un Paese con 24 milioni di CIE e 25 milioni di SPID, si sono finalmente gettate le basi per innescare quei meccanismi virtuosi in grado di stimolare quotidianamente la crescita digitale dell’Italia. Ciò porterà a minori attriti e ad uno Stato con maggiori capacità.