Il Certificato Verde è un tassello fondamentale nelle strategie europee per l’apertura dei confini e per la salvaguardia di un turismo in sicurezza durante i mesi estivi. Nella giornata di ieri sono trapelate tanto le specifiche tecniche previste dalle autorità europee, sia un primo sommario recepimento del progetto dai nostri ambienti governativi. Ma la procedura corre via rapida perché non c’è tempo da perdere.
Secondo quanto preannunciato dal Parlamento Europeo, l’UE già nella giornata di mercoledì 28 aprile discuterà e voterà il progetto del Certificato Verde, così che si possa passare quanto più rapidamente possibile ai negoziati del Consiglio Europeo con i singoli governi UE.
Il dibattito sul Certificato Verde
Il dibattito sul “Green Pass” dovrà affrontare punti condivisi quanto l’esigenza di avere un certificato che possa consentire la certificazione alla popolazione che possa farlo in sicurezza, nonché la necessità di avere test Covid a prezzi contenuti così da non creare situazioni discriminanti. Punto fermo, ovviamente, è l’asservimento del progetto ad altissimi standard di tutela dei dati personali.
Secondo quanto indicato, però, il dibattito tirerà in ballo anche ulteriori questioni ancora pendenti:
- la gestione delle persone che hanno ricevuto dei vaccini non approvati attualmente dall’UE,
- la mancanza di un consenso scientifico sull’immunità acquisita,
- l’utilizzo del certificato UE a livello nazionale da parte degli Stati membri, e
- la durata del regolamento.
L’importanza del Certificato Verde si scontra con i tempi ridotti di attuazione, ma c’è comunque tutto il tempo necessario per chiudere il progetto in tempi compatibili con quelli di un raffreddamento delle curve di contagio che ancora stanno attanagliando l’intero continente. Per poter normalizzare l’estate e riportare il turismo ad un livello minimo accettabile, occorre procedere con solerzia e con massimo accordo tra i Paesi che parteciperanno al progetto.