Un nuovo studio permette di comprendere la capacità del cervello di rilevare e correggere gli errori , come quelli di battitura, anche in persone in cui l’atto di scrivere sia pressoché automatico. È quanto emerge dallo studio “Cognitive Illusions of Authorship Reveal Hierarchical Error Detection in Skilled Typists”, finanziato da NSF, e pubblicato questa settimana sulla rivista Science . La ricerca , volta a comprendere come il cervello e il corpo interagiscano con l’ambiente circostante, abbattendo i processi di comportamento automatico, si è avvalsa di 72 dattilografi in età universitaria con almeno 12 anni di esperienza di digitazione.
I ricercatori hanno teso una trappola agli abili dattilografi. Infatti, durante la scrittura, attraverso un programma per computer hanno inserito degli errori di battitura nel 6 per cento delle parole digitate e hanno corretto circa il 45 per cento degli errori commessi. Il tutto è stato cronometrato dagli studiosi, che hanno anche cercato di individuare, di volta in volta, il rallentamento che si verifica nel caso in cui si prema il tasto sbagliato. Dopo la prova di digitazione i soggetti sono stati sottoposti a dei questionari dai quali si è evinto come si siano sentiti responsabili per gli errori introdotti dal programma e si siano compiaciuti per tutte le parole esatte digitate, anche quelle messe a punto tramite il sistema di correzione a loro insaputa.
Tuttavia lo studio ha mostrato che le dita , in quanto gestite dal “pilota automatico”, non sono state ingannate . I dattilografi hanno rallentato quando hanno effettivamente commesso un errore, come previsto, e non hanno rallentato quando un errore falso è apparso sullo schermo. Ciò suggerisce che il rilevamento di un errore può verificarsi all’interno di due processi , uno su base volontaria e l’altro involontaria. O meglio , un anello esterno che supporta le relazioni consapevoli e un processo di ciclo interno che rallenta le battiture dopo gli errori.
Inoltre, lo studio ha anche mostrato che le persone sono in grado di compensare ai loro errori anche quando non sono del tutto consapevoli di essi .
La ricerca suggerisce, infine, che il sistema motorio si occupa autonomamente delle combinazioni di tasti, ma che esso è guidato da questo sistema di livello superiore che pensa in termini di parole e racconta alle mani le parole che devono essere digitate. Le conseguenze di questa scoperta – così come dichiarato dal direttore del centro di scienze cognitive Hickok Gregorio – sono vastissime e possono condurre a enormi progressi.
“Se riusciamo a comprendere – ha continuato il direttore – come gli esseri umani compiano dei movimenti senza sforzo, anche a fronte di cambiamenti inaspettati, potremmo essere in grado di costruire robot che eseguano ogni sorta di azione, o di sviluppare nuove terapie o, ancora, di costruire le protesi per le persone che hanno perso le loro capacità motorie in seguito a malattie o lesioni”.
Raffaella Gargiulo