Las Vegas – Prima di atterrare in Nevada avremmo scommesso che quest’anno l’evento sarebbe stato dominato dai tablet PC: il pubblico si entusiasma al solo sentirne parlare, fatto confermato anche dalle impressioni raccolte presso alcuni produttori come Viewsonic e Motorola. Ma per capirlo è sufficiente vedere la calca che si concentra attorno alle zone in cui questi prodotti sono esposti.
In realtà l’attenzione dei produttori è focalizzata non solo sui tablet, bensì su un ampliamento a 360 gradi del portfolio di prodotti offerti, con novità che facciano proprie le doti di mobilità, connettività ed integrazione completa con altri sistemi. Idee che sono diretta conseguenza di una visione “cloud” del futuro di Internet.
E così il tablet diventa solo un altro strumento con feature particolari ed un display a metà strada fra quello di uno smartphone e quello di un notebook. Nonostante Apple abbia avuto la fortuna di aprire questa strada, oggi il suo dispositivo appare capace di soddisfare solo una piccola fetta di utenti (in attesa di eventuali novità da Cupertino). Da quella prima definizione, schermo da 10 pollici, piattaforma chiusa, supporto limitato alla navigazione, si giunge oggi ad una suddivisione in tre filoni che vede i dispositivi con schermi da 10 a 12 pollici per un utilizzo più prettamente home, quelli con schermo da 7 pollici maggiormente attenti alla mobilità, e quelli con schermi da 5 pollici che tentano di coniugare al meglio dimensioni e peso contenuti con una potenza molto elevata.
Queste differenze non sono certo le uniche che abbiamo incontrato. I produttori hanno giocato creando un mix di sistemi operativi, piattaforme e feature che certamente potranno soddisfare ogni esigenza anche quando si tratti solo di una preferenza basata sull’estetica o sulla simpatia. Nel complesso ci si augura che tutta questa diversità riesca almeno a far sì che sia completamente eliminata la dicitura “anti-iPad” dalla maggior parte degli annunci presenti e futuri che la stampa si incaricherà di portare all’attenzione del pubblico.
Nell’elenco delle nuove soluzioni manca completamente HP che lo scorso anno aveva avuto un ruolo di rilievo nel presentare i propri piani per l’introduzione di un tablet. Durante il 2010 l’azienda americana è addirittura rimasta in disparte, e così è stato anche in occasione di questo CES 2011 senza alcuna ulteriore novità. NVIDIA Tegra 2 è la nuova piattaforma proposta da NVIDIA per la creazione di sistemi tablet e smartphone molto potenti, orientati alla multimedialità, al gaming ed alla fruizione di applicazioni Flash. Il produttore di Santa Clara mostra come sia possibile, grazie ad un processore dual-core e ad un chip grafico adeguato, giocare sul proprio smartphone o tablet con gli stessi titoli 3D disponibili per console e PC. Ed è possibile farlo anche collegando un display esterno in alta definizione con un cavo HDMI.
Nonostante le elevate prestazioni, la piattaforma garantisce un’autonomia in linea con altre soluzioni concorrenti quando si parla di tablet. Ma se si finisce nel segmento degli smartphone, l’offerta deve essere sicuramente migliorata per cercare di andare oltre la giornata lavorativa. In realtà coloro che abbiamo intervistato sono abbastanza restii a tirar fuori dei numeri: LG ci ha confermato che con un utilizzo medio il suo Optimus 2x resta acceso per 8-10 ore, lasciando ad altri l’interpretazione di “utilizzo medio”. In standby si dovbrebbero raggiungere le 100 ore, nonostante questa situazione sia quella più sfavorevole alla CPU dual-core rispetto ad altre soluzioni a singolo core (evidentemente NVIDIA non ha ancora ottimizzato al meglio la piattaforma per far sì che le parti del chip non utilizzate possano spegnersi completamente).
Intel , invece, ha affiancato la presentazione di Sandy Bridge con quella delle nuove CPU Atom espressamente progettate per sistemi tablet. Pur senza rilasciare alcuna informazione ufficiale, Intel ha mostrato diverse soluzioni basate su Oak Trail all’interno del suo stand. Chiedendo informazioni ai PR dell’azienda si scopre che la piattaforma garantisce un’autonomia abbastanza limitata, mai superiore alle 6 ore; in compenso supporta il playback di video Full HD 1080p e l’installazione di due sistemi operativi in dual boot a scelta fra Windows, MeeGo e/o Android. La scelta è lasciata ai system integrator partner del chipmaker americano.
Anche VIA è della partita: da tempo produce piattaforme e processori destinati a sistemi embedded e a basso consumo, dunque il passo verso i tablet è stato non solo semplice ma anche naturale. L’annuncio del SoC WonderMedia Prizm con architettura ARM è arrivato durante l’annuale appuntamento Lunch at Piero’s , al quale VIA non manca mai.
Ma è nello stand di Shuttle che è possibile apprezzare un paio di soluzioni realizzate proprio con piattaforma VIA e sistema operativo Android 2.1, utilizzando uno schermo da 7 o 10 pollici. Si tratta di prodotti per lo più destinati al mercato dell’istruzione, dal costo contenuto ma anche con feature di basso profilo: mancano ad esempio porte HDMI o speciali dock, la memoria interna si ferma sui 2GB e la tecnologia touch è di tipo resistivo. Il Motorola Xoom è uno dei primi tablet ad utilizzare la piattaforma Tegra 2 ma soprattutto il sistema operativo Google Android 3.0. Honeycomb è stato presentato proprio in concomitanza con l’annuncio di Motorola, ed ha dimostrato interessanti doti derivanti da una pesante ottimizzazione operata da Mountain View per rendere l’interfaccia e le applicazioni, compresi Android Store, Picasa, Gmail e la nuova versione di Google Maps con supporto alle mappe 3D, maggiormente fruibili sui tablet PC.
La lavagna di Motorola prevede uno schermo da 10,1 pollici touchscreen capacitivo con risoluzione di 1280×800 pixel, connessioni HDMI, micro USB 2.0, jack di uscita audio da 3,5mm, compatibilità con le reti 3G e 4G (negli States sarà Verizon a commercializzare il tablet, qui da noi forse Orange ma ancora non si sa nulla di preciso in merito) e WiFi, con una versione che dispone solo di quest’ultima tipologia di connessione; infine due fotocamere, una frontale ed una posteriore da 2 e 5 megapixel rispettivamente.
Fra gli accessori sono presenti una docking station con eventuale tastiera wireless, e un case che permette da una parte di proteggerlo durante il trasporto e dall’altra di porlo in posizione rialzata quando lo si poggia su un piano per digitare. Quello della canadese Research in Motion potrebbe essere uno dei più interessanti tablet visti al CES 2011. Considerazione che nasce dall’aver visto il dispositivo in funzione, averlo utilizzato per saggiarne le doti di performance, facilità d’uso ed efficienza. L’interfaccia del BlackBerry Playbook costruita sul sistema operativo proprietario QNX è non solo bella da vedere ma anche molto facile da usare e davvero veloce. Molto veloce.
Lo schermo da 7 pollici con risoluzione di 1024×600 punti, molto simile a quello del Galaxy Tab di Samsung, è sensibile al tocco anche sulla cornice, fatto di indubbia utilità se dai lati è possibile tirar fuori le barre dei menu e la home. Il multitasking: assolutamente efficiente e funzionale. Mentre si sta guardando un video è possibile avviare altre applicazioni per navigare, vedere foto o ascoltare musica, e poi tornare al video che intanto sta andando. Il browser garantisce un’esperienza di navigazione completa grazie al supporto di HTML 5 e Flash.
Manca ancora il supporto per le reti di telefonia mobile 3G e 4G, ma ci hanno assicurato che entro l’anno arriverà una nuova versione.
Fra le altre feature: due speaker stereo, due microfoni, una webcam anteriore da 3 Megapixel da usare principalmente in modalità landscape ed una posteriore da 5 Megapixel, un jack per cuffie da 3,5mm, connettori micro HDMI e micro USB. La piattaforma hardware è governata dalla CPU Texas Instruments ARM Cortex A9 da 1GHz accompagnata da un chip grafico PowerVR SGX540 e da 16, 32 o 64GB di memoria flash.
La disponibilità di mercato è prevista per ora solo in Canada e Stati Uniti, dove il Playbook arriverà entro questo trimestre attraverso le reti dei gestori. ASUS si è attivata con due soluzioni differenti, una con schermo da 7 pollici e l’altra con schermo da 10,1 pollici. Fanno parte ovviamente della serie di dispositivi delle tre “E”, con l’Eee Pad MeMO dotato di pannello da 7 pollici capacitivo, CPU Qualcomm Snapdragon e sistema operativo Android 3.0 (Honeycomb), il tutto assemblato all’interno di uno chassis che, come ci mostra il PR di ASUS, è possibile riporre direttamente nella tasca della propria giacca.
Una delle feature più interessanti di questo dispositivo è lo stilo che viene fornito in dotazione, e che permette di prendere appunti utilizzando una scrittura del tutto naturale.
Il modello Eee Pad Slider con schermo da 10,1 pollici IPS è basato sulla piattaforma Tegra 2 e ancora su sistema operativo Google Android 3.0. Sotto lo schermo ASUS ha nascosto una tastiera slide-out che facilita la digitazione e funge da appoggio sul tavolo, pur lasciando contenuti dimensioni e peso.
ASUS in realtà mostra anche un terzo tablet, con schermo da ben 12,1 pollici multi-touch, ovviamente inteso per un utilizzo di tipo stanziale. Si tratta dell’Eee Slate EP121 basato su CPU Intel Core i5, sistema operativo Windows 7, SSD da 64GB e, in opzione, tavoletta con penna digitale e tastiera wireless. Il dispositivo supporta le nuove feature Windows per tablet introdotte anch’esse in occasione del CES, fra cui il riconoscimento della scrittura naturale negli applicativi Office e la nuova versione dell’eReader Copia. Samsung passa allo slide
Con alle spalle già una positiva esperienza ottenuta con il Galaxy Tab da 7 pollici, Samsung ha svelato la nuova proposta Sliding PC 7 Series. Come per il prodotto ASUS, anche quello di Samsung dispone di uno schermo da 10,1 pollici touch con risoluzione di 1366×768 punti ed una tastiera slide-out che può essere nascosta sotto il display stesso e tirata fuori all’occorrenza.
Il modello di Samsung prevede però dimensioni leggermente superiori a quelle di ASUS ed un peso di circa un chilogrammo, perdendo così in mobilità ma ottenendo un sistema che si trasforma in un vero e proprio netbook.
La piattaforma sulla quale si realizza questo sistema è quella Intel Atom Oak Trail accompagnata da 2GB di memoria RAM, disco tradizionale o SSD fino a 64GB, Wi-Fi, WiMAX, 3G, USB 2.0 e lettore di schede di memoria.
MSI con Android e Windows 7
Senza mezzi termini, basti dire che Windows 7 è ancora immaturo per poter essere utilizzato su un sistema full touch. MSI, ad esempio, ha mostrato due tablet da 10,1 pollici a diretto confronto: esternamente quasi identici ma dal cuore profondamente diverso. Il WindPad 100A è dotato di sistema operativo Google Android, anche se in versione 2.2 (il produttore sta lavorando ad una versione con Honeycomb, ma pare ci siano delle modifiche hardware da fare) e piattaforma NVIDIA Tegra 2, mentre il WindPad 100W monta sistema operativo Windows 7 su piattaforma Intel Atom.
Passare dall’uno all’altro è come passare dalla guida su asflato a quella su ghiaccio. Il sistema Wintel non risponde sempre in maniera immediata, ma soprattutto è davvero difficile da gestire con il tocco delle dita, troppo impreciso per essere simile ad un click del mouse. Come se non bastasse, icone e finestre non sono sempre di dimensioni adeguate, rendendo l’esperienza a volte frustrante.
D’altro canto, che ci sia del lavoro da fare, lo testimonia Google stessa: che ha dichiarato necessario l’aggiornamento ad Android 3.0 per poter garantire una migliore esperienza utente, nonostante lo stesso Android 2.2 sia nettamente più adatto al tocco rispetto a Windows 7. “Ma che si può fare?” ci ha confessato il PR di MSI: “Molti utenti richiedono un prodotto Windows perché hanno bisogno di un ambiente famigliare e di utilizzare gli applicativi Office”.
Nonostante ciò, il WindPad 100W offre due webcam, sensore di caduta, sensore di luce ambientale e non ultima un’autonomia che raggiunge ben 6 ore, un record per tablet di questo genere.
La varietà Viewsonic
Presenta un’offerta assolutamente completa Viewsonic, che abbraccia quattro diversi dispositivi con schermi da 4, 5, 7 e 10 pollici denominati (con straordinaria fantasia) ViewPad4, ViewPad5, ViewPad7 e ViewPad10. I primi due sono in realtà prodotti ibridi tra smartphone e tablet, mentre il modello ViewPad7 (prezzo previsto: 480 dollari circa) utilizza un processore Qualcomm SnapDragon da 1GHz, 512MB di memoria interna, supporto per un massimo di 32GB di memoria di storage via scheda SD e connettività WiFi, Bluetooth e 3.5G. Il modello da 10 pollici ha caratteristiche simili ma è maggiormente orientato verso un mercato business, e per questo offre Windows 7 ed Android in dual boot. L’ibrida Lenovo
Lenovo presenta il suo IdeaPad Slate, soluzione con display da 10,1 pollici multi-touch con supporto anche per lo stilo, 2GB di memoria DDR2 e disco SSD fino a 32GB, piattaforma Intel e sistema operativo Windows 7. Il produttore ha cercato di mitigare la poca fruibilità del sistema operativo di Redmond su sistemi tablet grazie alla sua suite software FunWork. Molto interessante il sistema di riconoscimento della scrittura che, senza dover imparare nulla, ha immediatamente tradotto ciò che avevamo scritto in corsivo in un testo digitale assolutamente corretto. Anche scrivendo parole del dizionario italiano (non installato sull’esemplare provato).
Lenovo fornisce una comoda docking station con tastiera integrata, utile quando si ha a disposizione un tavolo sui cui poggiare il dispositivo.
Altra soluzione che ha destato parecchio interesse è IdeaPad U1 Hybrid. Si tratta di un doppio sistema indipendente che normalmente è un netbook dotato di tastiera fisica, display da 10 pollici touchscreen e sistema operativo Windows 7. Il display stesso è però smontabile per trasformarsi in un tablet indipendente con CPU Qualcomm Spanpdragon, due webcam, frontale e posteriore, per effettuare videochat, e sistema operativo Android con interfaccia utente personalizzata. Le operazioni di suddivisione e ricongiunzione sono molto semplici, grazie allo switch posizionato proprio sotto il monitor. Quando si disconnette quest’ultimo per usarlo come tablet il lavoro che si stava facendo sul netbook non va perso, e viene immediatamente ripristinato non appena si ricollega il display.
Conclusioni
I tablet che hanno riempito gli stand del CES 2011 non si fermano di certo a quelli che fin qui elencati. Altri modelli realizzati da altri marchi difficilmente arriveranno sul nostro mercato, e altri ancora non propongono nulla di peculiarmente diverso da quanto già raccontato.
Anche ora che c’è un’offerta così ampia, manca una visione comune su come le vendite dei tablet si ripercuoteranno sul mercato dei computer tradizionali. Lo scorso anno gli analisti hanno parlato di vero e proprio cannibalismo, mentre stavolta c’è chi afferma che i tablet rappresentino un nuovo dispositivo che gli utenti utilizzeranno assieme al telefonino ed al PC, e chi invece, come Intel, non si sbilancia credendo che nessuno possa attualmente dire quale sarà e se ci sarà una reale influenza su altri segmenti di mercato.
Tutti però concordano nell’affermare che i tablet giocheranno un ruolo molto importante durante il 2011, con previsioni che si spingono al doppio di unità venute rispetto allo scorso anno per un totale di 20 milioni.
Dino Fratelli