L’architettura x86 avanza e si evolve senza sosta, ma la recente esplosione di smartphone e tablet preannuncia un futuro possibile in cui il tradizionale paradigma informatico dovrà contendersi il mercato con la tecnologia mobile sviluppata dalla britannica ARM Holdings . Nella prossima guerra dei microchip si schiera ora anche NVIDIA, e lo fa con un annuncio inaspettato ma non del tutto sorprendente nel corso del CES 2011 che si tiene in quel di Las Vegas.
In quella che potrebbe essere letta anche come l’ultima conferma dell’insanabilità della frattura con lo storico amico-nemico Intel , il CEO di NVIDIA Jen-Hsun Huang ha confermato alla stampa l’esistenza del chiacchierato Progetto Denver . L’obiettivo, dice Huang, è realizzare un microchip che fonda assieme una CPU ARM e una delle potenti GPU che hanno reso celebre la casa californiana.
La domanda – spesso posta a Huang nei mesi e anni passati – sulla volontà di NVIDIA di realizzare una “propria” CPU x86 era dunque sbagliata : il colosso della grafica discreta ha intenzione di trarre vantaggio dalle potenzialità del design Cortex-A15 di ARM – multi-core fino a 16 unità operanti in parallelo, 1 Terabyte di memoria fisica indirizzabile e supporto hardware ad ambienti virtualizzati – per sviluppare un “pacchetto” CPU-GPU in grado di garantire performance competitive in ogni scenario di utilizzo.
NVIDIA vuole infatti portare ARM e GeForce non solo sui PC tradizionali – prospettiva sempre più concreta soprattutto grazie alla recentemente annunciata compatibilità del prossimo Windows con l’architettura – ma anche sui server ad alte prestazioni, sugli smartphone e su ogni genere di dispositivo che abbia bisogno di capacità computazionali sempre crescenti.
O almeno è questo che si può scorgere nei piani di NVIDIA per il prossimo futuro: dopotutto il mercato dei PC continua a tirare , la concorrenza che uno smartphone (o anche un tablet) può fare a un computer vero e proprio è ancora tutta da vedere e la tradizionale retrocompatibilità del mondo x86 avrà certamente la sua influenza nella presunta evoluzione delle piattaforme di computing verso ARM e il mobile.
Alfonso Maruccia