Per Intel, l’edizione 2016 della fiera dell’elettronica di consumo di Las Vegas ha poco a che fare con i PC propriamente detti e molto con tutto il resto : alla base c’è sempre la solita tecnologia di processore x86, ma la declinazione è orientata alla Internet delle Cose, che abbraccia droni e smartphone, mezzi di trasporto e gadget indossabili.
Quello che Santa Clara intende fare con le sue nuove CPU ultra-miniaturizzate è reso chiaro dal keynote del CEO Brian Krzanich, che arriva a bordo di un hoverboard capace di autostabilizzarsi grazie alla videocamera RealSense e al nanochip Curie ; chip, quest’ultimo, che costa 10 dollari a pezzo e arriverà sul mercato entro il primo trimestre dell’anno.
Le capacità della piattaforma Curie includono la comunicazioni di informazioni in tempo reale come velocità e traiettoria di una bici BMX “aumentata”, l’integrazione in ogni genere di gadget indossabile o nei vestiti. Tecnologia particolarmente adatta al settore sportivo, per Intel Curie è destinata a cambiare radicalmente il mercato.
Un altro business su cui Intel intende puntare molto è quello dei droni, per cui è stata acquisita la società tedesca specializzata in UAV Ascending Technologies. Al CES la corporation ha dato dimostrazione di quello che si può fare con un drone (Yuneec Typhoon Y) equipaggiato con videocamera RealSense con uno show luminoso che dovrebbe sostituire i fuochi artificiali.
La camera 3D RealSense è parte integrante anche di uno smartphone Android che costa 399 dollari (con display 2K e CPU/SoC Atom x7-Z8700) ed è pensato come dispositivo di “riferimento” per i produttori di terze parti.
Spazio, infine, anche per la versione aggiornata del Compute Stick , micro-PC sotto forma di stick HDMI (ideale da collegare al TV-set domestico) che ora dovrebbe essere dotato di componenti hardware sufficienti a garantire un’esperienza Windows non limitata.
Alfonso Maruccia