Las Vegas – Si chiama First ELSE, lo prendi in mano e non riesci a credere che non sia nemmeno la versione finale: l’interfaccia è fluida e completa, le dimensioni del terminale sembrano piuttosto corrette e “casca in mano” molto bene, l’aspetto complessivo del prodotto è molto cool. Ti domandi come abbia fatto un gioiellino del genere a venir fuori praticamente dal nulla: ma ci pensano il CEO e il CTO di Else , Amir Kupervas e Eldad Eilam, a spiegarti che in realtà a questo prodotto ci lavorano da anni, e dietro ci sono oltre 20 aziende coinvolte nello sviluppo e nell’integrazione di tecnologie originali e brevettate .
Una delle prime precisazioni da fare è che il First ELSE si piazza a metà strada rispetto all’offerta dei concorrenti, sia per quanto riguarda l’aspetto tecnico che quello commerciale. Innanzitutto è un dispositivo “pronto all’uso”, nel senso che è stato pensato per essere tirato fuori dalla scatola e non necessitare di alcuna configurazione particolare : più che un semplice device, quella proposta è una sorta di piattaforma da integrare nei servizi degli operatori, e a quest’ultimi è delegato il compito di provvedere alla pre-configurazione. Ivi compreso il billing dei servizi: il terminale prevede un marketplace, ma il pagamento dei servizi dovrebbe avvenire automaticamente in bolletta – niente carte di credito o account conto terzi tra i piedi.
D’altra parte, la necessità di prevedere queste accortezze impone (o meglio, suggerisce) che questo sia un prodotto da fornire esclusivamente attraverso i canali degli operatori mobile: e al riguardo, spiega Kupervas a Punto Informatico , ci sono molte discussioni in corso con molti interlocutori in tutto il mondo. Anche in Italia , conferma, il First ELSE potrebbe fare presto il suo debutto: quando ancora non si sa, ma basti dire che entro il primo trimestre del 2010 lo sviluppo del dispositivo verrà congelato e verrà avviata la sua produzione su larga scala.
Sul piano pratico, il First ELSE fa quello che ci si aspetterebbe da uno smartphone (il sistema che monta, basato su Linux, contribuisce alla completezza e modularità dello sviluppo): ha il GPS, fa le foto e i filmati (geotaggandoli, naturalmente) con un sensore da 5 megapixel, permette di ascoltare la musica e guardare video, e ovviamente di telefonare. La differenza rispetto ai dispositivi attualmente in circolazione è l’approccio scelto per realizzare l’interfaccia: viene definito “application-centric”, ovvero tiene conto del fatto che quello che si ha in mano non è solo un semplice telefono ma qualcosa di più. Se sto scrivendo una email o un messaggio, la telefonata in arrivo non interrompe automaticamente ogni altra attività : all’utente viene lasciata la possibilità di scegliere, ed è possibile gestire in maniera intelligente ciascuna alternativa disponibile, dirottando ad esempio la chiamata in segreteria o inviando un messaggio di testo.
L’interfaccia inoltre è studiata per essere utilizzata con una sola mano : questo non impedisce naturalmente di utilizzarne due per scrivere sulla tastiera QWERTY che compare sullo schermo mentre si digita un messaggio, ma gli ingegneri dietro il progetto hanno immaginato la classica situazione in cui si vada in giro con una mano impegnata a reggere un ombrello o una borsa, e solo l’altra a disposizione per il telefono. L’interfaccia del First ELSE prevede un meccanismo concentrico con diverse gesture , in grado di offrire un accesso rapido e intuitivo a tutti i contenuti relativi l’operazione si sta effettuando.
Qualche minuto di esperimenti mette in luce l’ottimo lavoro di integrazione tra le diverse tecnologie: la digitazione di un messaggio di testo è fluida, la tastiera virtuale sullo schermo capacitivo da 3,5″ (risoluzione: 854×480) risponde in maniera eccellente (ha anche un leggero feedback aptico), e il dizionario che suggerisce la correzione ortografica dei termini valuta istante per istante la frequenza di utilizzo di una parola, impedendo insomma che termini assonanti ma desueti si infilino in un messaggio scritto tra amici. Per garantire questa fluidità sotto il cofano c’è un processore TI OMAP 3430 con GPU integrata , ovvero lo stesso tipo di accelerazione grafica impiegata ad esempio nel Palm Pre. La capacità di archiviazione arriva a 32GB su memoria flash.
Ma è soprattutto nella gestione dei contatti che si nota immediatamente una certa differenza: all’interno di una singola voce nella rubrica si trovano immediatamente anche tutti gli altri contenuti (email, messaggi, appuntamenti) relativi a quella persona, evitando di dover saltare da una applicazione all’altra per avere un quadro completo di quanto si ha a disposizione nel telefono. Lo stesso dicasi per ogni altro aspetto del telefono, che comprende anche una sorta di ricerca universale che ricorda per alcuni aspetti lo Spotlight di Apple.
Utilizzare il First ELSE è piuttosto semplice e immediato, e dopo qualche istante ci si domanda come mai nessuno ci abbia pensato prima a strutturarla così l’interfaccia di un dispositivo mobile. È un prodotto che si può tranquillamente definire coraggioso, visto che si stacca decisamente dai paradigmi in circolazione (tanto per dirne una, non prevede il multitouch pur essendo tecnicamente in grado di gestirlo) per battere strade nuove. Il suo arrivo sul mercato tramite le offerte degli operatori potrebbe anche garantirgli un prezzo interessante, e non resta che aspettare qualche mese per scoprire se da promessa si trasformerà in un concreto successo.
Luca Annunziata