Las Vegas – Stephen Axelrod, il CEO di TabSafe , è anche un dottore: specializzato in medicina d’urgenza e con 30 anni di pratica alle spalle, nella sua esperienza (e nelle statistiche) i medicinali sono un problema non da poco nei pronto soccorso di tutto il mondo. In una chiacchierata fatta davanti alla nuova versione del suo apparecchio, presentata durante questo CES, spiega a Punto Informatico che oltre che un dramma sul piano umano, l’overdose o la cattiva somministrazione di farmaci costituisce anche una voce di spesa importante per l’assistenza sanitaria e le famiglie dei degenti: un problema che, in tutto l’Occidente, si va facendo più serio con l’invecchiamento della popolazione.
La storia, da questo punto di vista, è sempre la stessa: le migliorate condizioni di vita nei paesi come gli USA, l’Italia o il Giappone , garantiscono un aumento dell’aspettativa di vita. Cambiano dunque le patologie dominanti il panorama dell’assistenza medica, con i problemi della terza età che sempre di più si impongono all’attenzione dei dottori. Axelrod, dopo aver fondato e venduto un’azienda specializzata nella fornitura di prodotti medici per gli anziani, ha voluto rivolgere la sua attenzione alla somministrazione dei farmaci: unendo la sua esperienza di medico a quella di un team di ingegneri ha dato vita alla macchina che dà anche il nome alla sua azienda.
Il funzionamento di TabSafe è semplice: la macchina base prevede quattro “dischi” da caricare con le pillole, e si programma (online) per dispensare diverse medicine a orari precisi. Può essere anche istruita a ricordare di effettuare operazioni come il controllo della pressione o della glicemia, un’iniezione di insulina, informazioni che poi si provvede a fornirle e che la macchina inserisce in uno storico. Se alle scadenze prestabilite il paziente non preleva il farmaco dal dispenser, la macchina (che è collegata a Internet tramite un modem integrato, e che non necessità di una connessione a banda larga per funzionare) tenta prima di contattare il paziente stesso, e poi passa ad avvertire i numeri pre-impostati: familiari, infermieri ecc.
Un’altra funzione molto interessante riguarda i medicinali della categoria degli analgesici o simili: spesso, nei pazienti con patologie croniche, la presenza di dolore causa un continuo ricorso al farmaco che si ritiene in grado di alleviare la sofferenza. Il rischio tangibile, in questo caso, è l’overdose, che per alcune sostanze può essere pericolosa. Con TabSafe si può tentare di scongiurare questa eventualità: i medicinali sono sotto chiave nella stiva del dispositivo, che provvede a erogare il prodotto solo secondo i protocolli decisi dal medico. Ovvero, se ho appena assunto un tranquillante o un derivato della morfina, dovranno trascorrere alcune ore prima che l’apparecchio accetti di fornirmene un’altra dose.
Secondo Axelrod, il vantaggio di una soluzione di questo tipo è duplice: innanzi tutto si garantisce il rispetto della terapia prescritta da parte del paziente, a prescindere dalla sua capacità di tener traccia dell’assunzione o di organizzare il suo tempo attorno ai propri bisogni medici. In secondo luogo, la presenza di uno storico riguardante le assunzioni dei farmaci e il rispetto delle scadenze consente di valutare l’impatto delle terapie: “Se il mio cardiologo – spiega – non è in grado di stabilire se la pillola per l’ipertensione che mi ha prescritto io l’abbia assunta o meno, rischia di aggiungere altri farmaci che potrebbero causare conseguenze disastrose”.
“Parliamo di milioni di dollari spesi ogni anno per l’ospedalizzazione di pazienti colpiti da overdose da farmaci – continua Axelrod – per non parlare dei costi di assistenza agli anziani”: a Punto Informatico Axelrod riporta esempi di ogni tipo, come quello di una famiglia che aveva deciso di ricoverare una donna (ex manager di successo colpita da ictus, che ne aveva inficiato la capacità mnemonica) in una casa di cura per garantirle la corretta somministrazione dei farmaci, ma che con l’ausilio della sua macchina hanno potuto riportarla a casa, risparmiando oltre 2mila dollari al mese e garantendole una vita più serena nella propria abitazione.
Un risparmio tangibile, secondo Axelrod, che si trasforma anche in un vantaggio sociale: diminuisce il carico ospedaliero per l’assistenza geriatrica, migliora la condizione psicologica dei pazienti che possono restare presso il proprio domicilio mantenendosi indipendenti. E anche i familiari possono tirare il fiato, sollevati dal gravoso compito di verificare il rispetto di terapie che possono farsi complesse: così come, oltre che per gli anziani, avviene nel caso di malattie come l’HIV, che impongono protocolli estremamente articolati per l’assunzione dei farmaci, e che possono venire scanditi nel corso della giornata dai bip e dagli allarmi di TabSafe.
Il costo della macchina, 700 dollari nella versione base più 10 dollari al mese per l’abbonamento al servizio da remoto, non sono neanche proibitivi rispetto ad altre soluzioni come l’avvio dell’anziano a una casa di cura: Axelrod spiega che la loro macchina non è coperta dalle assicurazioni sanitarie USA, ma che il suo costo al limite può anche essere dilazionato in rate mensili con formule analoghe ai leasing che si utilizzano per le auto. La macchina viene prodotta e assemblata negli USA e, anche se per il momento non ci sono in programma escursioni all’estero, non è escluso che in futuro l’azienda non possa decidere di farsi strada anche sul mercato internazionale.
Nei piani di TabSafe ci sono comunque già altre novità in cantiere: se la versione 2010 del prodotto è stata rivisitata soprattutto sul piano estetico per renderla più adatta al contesto casalingo, in programma ci sono innanzi tutto l’integrazione di un modulo wireless per collegare il dispositivo alla centrale senza bisogno di cavi telefonici, e soprattutto l’introduzione di chip RFID. Oggi, infatti, la macchina necessita di essere “caricata” di pillole a mano, ma nella visione di Axelrod un tubetto di pillole taggato verrà riconosciuto dalla macchina e il svuotato del suo contenuto che verrà inserito automaticamente nei dischi per la somministrazione dosata.
Luca Annunziata