A Las Vegas è arrivato finalmente il momento di Broadwell, il momento della quinta generazione della serie Core: Intel toglie così i veli definitivamente alla sua architettura a 14 nanometri , che per ora si compone dei prodotti Core M mostrati a settembre a IFA e dei nuovi Broadwell-U annunciati oggi a Las Vegas. All’appello mancano ormai solo un paio di tasselli per completare il mosaico, e Intel lo farà già alla fine di questo mese per poi concludere il giro a metà 2015.
Restiamo però agli annunci odierni: Intel Core quinta generazione. Quanto viene annunciato oggi sono le versioni da 15 e da 28 watt , ideali per costituire la piattaforma sulla quale costruire il perfetto laptop, ultrabook, convertibile o 2-in-1 allo stato dell’arte. In totale sono 14 le nuove configurazioni mostrate, che unite alla tecnologia anticipata all’IFA andranno a costituire l’ossatura di tutti i laptop che saranno annunciati d’ora in avanti dai principali marchi del settore.
Sono 14 i nanometri del nuovo processo produttivo, e 14 sono le CPU presentate oggi. 10 sono prodotti da 15W di TDP, che incorporano grafica Intel HD: ci sono due Celeron e un Pentium, con frequenze comprese tra 1,5 e 1,9GHz (senza Turbo Boost), bus di memoria DDR3 da 1600MHz e 2MB di cache L3, destinati a costituire l’offerta base da cui partire per l’aggiornamento a Broadwell. A questi si affiancano due Core i3, dual-core e 4 thread, con frequenza da 2,0 o 2,1GHz e 3MB di cache L3, che alzano le prestazioni della grafica montando il sottosistema 5500.
Salendo nella scala si passa inevitabilmente ai prodotti Core i5 e Core i7 : tutti dual-core (4 thread) con frequenze crescenti da 1,6 a 2,6GHz di base (Turbo Boost fino a 3,2GHz per alcuni modelli i7), e la grafica che aumenta progressivamente la frequenza di funzionamento e le prestazioni passando per i modelli Intel HD 5500 e 6000. I Core i5 montano 3MB di cache L3 e sono disponibili di fatto con bus di memoria a 1.600 o 1.866 a seconda del prodotto scelto, mentre i Core i7 montano 4MB di cache L3. Tutti questi processori, vale la pena ribadirlo, sono contraddistinti da un TDP di 15W.
Discorso leggermente diverso per i modelli da 28W . In questo caso si punta sulla prestazione invece che, solo, sul consumo: il risultato sono 4 CPU che spaziano dal Core i3 (5157U) da 2,5GHz fino al Core i7 da 3,1GHz e 4MB di cache L3 (5557U). Tutti montano grafica Iris 6100, la più prestante in casa Intel, e costituiscono la massima espressione di Broadwell fino a questo punto.
Broadwell-U ben si adatta come detto ai formati per la mobilità, dagli ultrabook alle mobile workstation, ma non sarà strano vederlo anche equipaggiare un all-in-one: la riduzione in superficie del 37 per cento del die, dovuta ovviamente al nuovo processo di produzione a 14nm, ha permesso di infilare 1,3 miliardi di transistor in appena 82 millimetri quadrati e di garantire prestazioni superiori (come è lecito attendersi a ogni cambio di generazione) pur facendo risparmiare l’energia necessaria ad aumentare l’autonomia . Migliorato anche il sottosistema audio integrato, per garantire impatto inferiore sulla computazione e aumentare le possibilità di scelta per l’utente finale con decodifiche AAC e MP3 in hardware. Migliora anche il supporto alla WiFi di tipo AC, grazie al modulo 7265 che interviene seriamente sul consumo energetico tagliandolo della metà durante l’idle.
Il risultato, stando alle cifre snocciolate da Intel, è impressionante soprattutto nei modelli da 28W con grafica Intel Iris: in questo caso il conto dei transistor sale a 1,9 miliardi su appena 133 millimetri quadrati, con un incremento di performance di quasi il 25 per cento . In altre parole le prestazioni della grafica integrata Intel sono ormai cresciute e maturate abbastanza da essere all’altezza di altre soluzioni discrete (fanno eccezione naturalmente le GPU ad alte prestazioni), tanto da rendere possibile l’utilizzo di strumenti tridimensionali per la produttività o giocare a titoli ludici non eccessivamente impegnativi.
A questo si unisce come detto un miglioramento di autonomia grazie al nuovo processo produttivo (stimato in 1,5 ore in più), e ai nuovi “optional” relativi a interfacce naturali (col capitolo RealSense ribadito a IFA ), assistenti vocali (che saranno un must soprattutto con il lancio di Cortana su Windows 10), e senza dimenticare i vari WiDi per l’invio delle immagini del PC senza fili verso altri schermi in ufficio e a casa. In arrivo c’è anche una chiavetta HDMI modellata sulla falsa riga di Chromecast, che farà da complemento a questa tecnologia.
Il lancio di Broadwell riveste un’importanza capitale per Intel: i tempi sono maturi, si augura il chipmaker, per una importante tornata di aggiornamenti per i PC di milioni di consumatori, sia nel settore professionale che in quello consumer. C’è da giocare la partita dei nuovi formati , che potrebbero dare una bella spinta in tal senso, fino a quando in autunno debutterà ufficialmente Windows 10 e sancirà un momento cruciale per tutta l’industria. Anche per questo a Santa Clara non stanno con le mani in mano e puntano a un refresh completo della propria offerta nel più breve tempo possibile: l’orizzonte del primo trimestre per il grosso della linea Core, con solo le CPU più estreme in uscita nel Q2, equivale probabilmente al più rapido avvicendamento in questo senso nella sua storia.
Luca Annunziata