C’erano una volta le Smart TV, televisori dotati di funzionalità avanzate per la fruizione dei contenuti e la connettività; oggi, al CES 2015, ci sono le Smart TV equipaggiate con sistemi operativi derivati dai gadget mobile. L’esperienza “televisiva” dovrebbe avvantaggiarsene ma i rischi e le incertezze non mancano.
In effetti qualcuno già parla di una nuova “guerra di OS” in ambito televisivo, un tentativo di conquista, da parte dei sistemi informatici complessi, di una piattaforma che ha sin qui svolto un ruolo completamente diverso da quello di PC, smartphone, tablet e altri gadget informatici “intelligenti”.
Protagonista principale di questa rivoluzione potenziale è al momento Android TV , l’OS “televisivo” che ha preso il posto di Google TV e che alla manifestazione di Las Vegas si è visto sui nuovi TV-set prodotti da Sony, Sharp, Philips e altri.
Android TV permetterà di accedere ai contenuti disponibili su Android, dalle app ai servizi di streaming ( Rdio in primis ) passando per i giochi casual propri della piattaforma mobile/smart di Mountain View. Anche Razer, società fin qui nota per i suoi dispositivi videoludici per PC, si dimostra interessata a Google TV e presenta lo strano ibrido Forge TV che funziona sia da micro-console Android che da media-box per lo streaming dei giochi PC sul televisore di casa.
Android TV supporta anche il “casting” dei contenuti via wireless, una funzionalità che Google intende supportare sempre di più e a cui dedica anche il nuovo gadget Cast : il funzionamento, simile a quello video già noto del dongle Chromecast, è dedicato esclusivamente alla fruizione domestica di musica presente su client locali o sui servizi Internet supportati.
Il nuovo androide per le Smart TV parte in vantaggio ma non è solo, perché oltre a Google sono interessati al mercato dei televisori intelligenti Mozilla e Samsung: nel primo caso al CES si sono visti i primi televisori Panasonic equipaggiati con OS HTML5 Firefox OS , nel secondo sono in arrivo le Smart TV Ultra HD basate su sistema operativo Tizen .
Alfonso Maruccia