Oltre a svelare i chip della generazione Kaby Lake per PC desktop e laptop, al CES di Las Vegas Intel ha fornito anche i primi dettagli su una piattaforma per la IoT (Internet of Things) “evoluta” chiamata Compute Card . Nelle intenzioni della corporation, si tratta di un modo per aggiungere funzionalità informatiche aggiornabili laddove non ce ne sono.
Intel Compute Card vuole infatti essere “un nuovo standard per i dispositivi smart e connessi”, e per farlo integra tutto quello che è tradizionalmente presente all’interno di un computer propriamente detto (CPU, GPU, RAM, storage, connettività wireless, uscite video) all’interno di un gadget dalle dimensioni di 94,5x55x5 millimetri .
La prospettiva di Chipzilla include Smart TV ed elettrodomestici che invecchiano in fretta nelle loro funzionalità “smart”, e che possono quindi ringiovanire grazie all’utilizzo di una Compute Card e all’aggiornamento di questo singolo componente rispetto al corpo principale dell’apparato. L’unico requisito indispensabile è a quanto pare la presenza di una porta USB-C a cui collegare Compute Card.
Intel dice che il suo nuovo gadget IoT è in grado di gestire CPU x86 con TDP fino a 6W, il che prevede la possibilità – tutta da confermare – di utilizzare sia chip di basso profilo (Atom) che i più performanti Core M oppure Core i5 e i7 della serie-Y.
Compute Card sarà in grado di far girare un qualunque sistema operativo utilizzabile su PC (Windows, Linux, MS-DOS/FreeDOS), sostiene ancora Intel, e sul medio periodo andrà a sostituire il precedente tentativo di computing “smart” noto come Intel Compute Stick . Ulteriori dettagli e specifiche verranno comunicati a giugno 2017, assieme ai nomi dei partner commerciali (Dell, HP, Lenovo e altri) coinvolti nell’iniziativa.
Alfonso Maruccia