Channel 4, la TV esce dal Tubo

Channel 4, la TV esce dal Tubo

Il broadcaster britannico rimuove i suoi show dalla piattaforma di video sharing, per spostarsi sul mobile. Il modello di business di YouTube non soddisfa più i colossi della televisione?
Il broadcaster britannico rimuove i suoi show dalla piattaforma di video sharing, per spostarsi sul mobile. Il modello di business di YouTube non soddisfa più i colossi della televisione?

Tra i massimi broadcaster del Regno Unito, Channel 4 ha deciso di rimuovere intere puntate dei suoi programmi televisivi più popolari dalla gigantesca piattaforma di video sharing YouTube. Da Misfits a Skins , il canale britannico ha annunciato che sul Tubo non verranno più caricate altre puntate di nessuna serie tramessa .

In qualità di emittente televisiva commerciale – dunque basata sugli spot pubblicitari – Channel 4 ha deciso di reinvestire il suo budget sui programmi stessi, ovvero reindirizzando gli spettatori digitali verso i suoi spazi online , dal sito ufficiale channel4.com alle applicazioni iOS e Android della piattaforma 4oD.

“Queste applicazioni ci permetteranno di alimentare le visualizzazioni attraverso un sistema di raccomandazione dei programmi preferiti dagli utenti, in modo da fornire agli spettatori una serie di servizi aggiuntivi”, ha spiegato il broadcaster d’Albione in un messaggio apparso sul suo canale YouTube.

Gli stessi responsabili di Channel 4 hanno assicurato che i canali ufficiali sul Tubo non verranno affatto abbandonati, offrendo agli utenti la possibilità di visualizzare clip, trailer e generiche preview dei vari programmi trasmessi . Semplicemente, il broadcaster britannico vuole monetizzare su altre piattaforme le puntate integrali dei suoi show seriali.

Tra i pionieri del video online, Channel 4 ha deciso di interrompere – pur in maniera parziale – un accordo stipulato nel lontano 2009, abbandonando il sistema di revenue sharing imposto dal Tubo per andare a sfruttare altri canali come le proprie applicazioni. Un potenziale fattore da tenere presente, per la piattaforma di Google: altri broadcaster potrebbero applicare lo stesso ragionamento.

Con l’ esplosione del mercato dei video digitali – l’acquisto dei film è cresciuto del 47 per cento nel 2013 secondo gli ultimi dati di Digital Entertainment Group – i broadcaster sono alla ricerca di nuove forme di monetizzazione, al di là della spartizione delle revenue con il Tubo. Le potenzialità offerte dall’ecosistema mobile – compresa la fornitura di servizi aggiuntivi per gli utenti – potrebbe presto scavalcare un meccanismo classico di retribuzione pubblicitaria che sembra aver già vissuto la sua età dell’oro.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
15 gen 2014
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