Tra le novità annunciate ieri sera da OpenAI durante l’evento Spring Update c’è anche quella relativa al lancio dell’applicazione nativa di ChatGPT per i computer con sistema operativo macOS. La distribuzione ha già preso il via per gli abbonati Plus ed entro le prossime settimane raggiungerà tutti. Per quanto riguarda la controparte Windows, invece, ci sarà da attendere: arriverà più avanti nel corso dell’anno.
Perché l’app di ChatGPT da subito su macOS?
Quella presa dall’organizzazione di Sam Altman è una decisione inevitabilmente destinata a far discutere. Dopotutto, parte del successo fin qui ottenuto dal chatbot e lo sviluppo di alcuni progetti in ambito IA, sono legati a doppio filo all’assegno da 10 miliardi di dollari staccato da Microsoft per sostenerne la crescita. Il gruppo di Redmond investe e il suo partner dà priorità a un concorrente storico?
La spiegazione fornita da OpenAI a Ina Fried di Axios è poco convincente: OpenAI avrebbe iniziato dai computer Mac perché è lì che si trovano gli utenti
. Eppure, le quote di market share attribuiscono a Windows il 73,5% degli utenti desktop a livello globale, mentre macOS è al 14,7%. Qualcosa non torna.
E se fosse un favore, non un torto, per Microsoft?
Qual è, dunque, la vera ragione dietro questa scelta? Un’ipotesi è che i possessori di un Mac potrebbero essere meno disposti ad accedere al servizio attraverso la Web app, preferendo un’applicazione nativa da scaricare e installare sul proprio computer.
Un’altra, che forse convince di più, chiama in causa direttamente i piani di Microsoft. Il gruppo di Redmond, entro fine 2024, lancerà AI Explorer su Windows 11, facendo leva proprio sulle potenzialità dell’intelligenza artificiale. È possibile che abbia chiesto a OpenAI di posticipare il debutto del software dedicato a ChatGPT, con l’obiettivo di non rendere la novità meno interessante?
Tra gli annunci giunti dall’evento Spring Update ci sono anche quelli relativi al modello multimodale GPT-4o e all’apertura del GPT Store per tutti.