Per gli utenti di ChatGPT c’è una bella sorpresa: l’interfaccia per personalizzare le interazioni con il chatbot ha cambiato faccia. Diversi utenti su X hanno segnalato la novità, che sembra sostituire la precedente schermata “Istruzioni personalizzate”.
A new UI for Custom Instructions on ChatGPT is being rolled out to some users 👀
h/t @Makuh90 pic.twitter.com/brJ0uvX80o
— TestingCatalog News 🗞 (@testingcatalog) January 9, 2025
ChatGPT, nuova funzione per assegnare tratti come “chiacchierone” e “Gen Z”
Cosa cambia rispetto a prima? In base agli screenshot condivisi, ora ci sono quattro sezioni principali per customizzare ChatGPT: “Come dovrebbe chiamarti ChatGPT?“; “Che lavoro fai?“; “Che tratti dovrebbe avere ChatGPT?“; “C’è altro che ChatGPT dovrebbe sapere di te?“.
Il resto dell’interfaccia rimane simile al vecchio layout, con l’interruttore “Abilita per le nuove chat” ancora presente. Ma la vera novità sono i tratti caratteriali che si possono assegnare a ChatGPT. Ecco le opzioni tra cui scegliere (anche più di una):
- Chiacchierone
- Spiritoso
- Con opinioni decise
- Schietto
- Generazione Z
- Incoraggiante
- Scettico
- Tradizionalista
- Lungimirante
Attenzione però: la nuova interfaccia non è ancora disponibile per tutti. E per chi ancora non la vede nelle impostazioni, dovrebbe arrivare a breve. OpenAI per ora non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sull’aggiornamento.
L’evoluzione delle istruzioni personalizzate
Le Istruzioni personalizzate erano state lanciate in beta per gli utenti Plus a luglio 2023, poi sono state estese a tutti ad agosto. Lo scopo? Migliorare le interazioni con il chatbot. A febbraio 2024, poi, OpenAI aveva introdotto la memoria persistente per permettere a ChatGPT di ricordare le conversazioni precedenti e usare quel contesto per gli scambi futuri.
ChatGPT sempre più su misura
La nuova interfaccia per le Istruzioni personalizzate punta a rendere ChatGPT sempre più adattabile alle preferenze degli utenti. Del resto, in un mondo in cui l’AI è oramai diventata parte integrante della nostra quotidianità, poter “educare” il proprio assistente virtuale diventa fondamentale. Non solo per ottenere risposte più pertinenti, ma anche per instaurare un rapporto più empatico e naturale con la macchina.