ChatGPT non è immune al problema dei bias. Ebbene sì, anche l’AI più avanzata può cadere nella trappola delle risposte di parte, influenzate da pregiudizi e stereotipi. Ma niente paura: esistono diversi modi per aggirare l’ostacolo e ottenere risposte imparziali.
Chatbot AI e il problema dei bias
Per semplificare, i bias sono quei pregiudizi e quelle distorsioni che possono far prendere all’AI delle cantonate colossali.
Immaginiamo un algoritmo progettato per selezionare nuovi dipendenti in base ai dati sulle assunzioni passate. E immaginiamo che lo storico mostri che i ruoli dirigenziali sono sempre stati occupati da uomini… Cosa potrà mai succedere? Esatto, il nostro caro algoritmo penserà che il candidato ideale debba avere la barba e un bel paio di baffi. E così, senza volerlo, si ritroverà a discriminare le donne o chiunque non rientri in quel profilo stereotipato.
Ma da dove nascono i bias? Spesso è colpa dei dati con cui vengono addestrati gli algoritmi. Se questi dati contengono pregiudizi storici o sociali, l’AI li assorbirà come una spugna e li riprodurrà all’infinito. Un po’ come quando da piccoli sentiamo i grandi dire certe cose e le ripetiamo senza pensarci troppo.
E poi, anche i programmatori non sono immuni ai pregiudizi. Magari senza rendersene conto, possono trasferire le loro idee distorte nella creazione degli algoritmi, un po’ come uno chef che aggiunge la scorza di limone ovunque perché secondo lui esalta il gusto di qualunque piatto (spoiler: non è assolutamente vero).
6 trucchi per avere risposte imparziali da ChatGPT
Ecco come assicurarsi che le risposte di ChatGPT siano equilibrate, corrette e accurate.
1. Chiedere a ChatGPT di interpretare un ruolo
Uno dei trucchi più efficaci per evitare che ChatGPT propini opinioni faziose o tendenziose è chiedergli di vestire i panni di un esperto.
Mettiamo che si voglia un consiglio su un tema spinoso o su una decisione da prendere. In questi casi, si può chiedere a ChatGPT di comportarsi come un amico sincero e super partes. Il risultato? Una lista di pro e contro, che aiuta a a vedere la situazione da diverse prospettive.
Certo, a volte potrebbe essere necessario scavare un po’ più a fondo per ottenere esattamente ciò che si vuole. Ma partire chiedendo a ChatGPT di calarsi in un ruolo specifico è sempre un ottimo punto di partenza.
2. Essere più specifici
Se i prompt sono basilari, inutile dire che i risultati saranno altrettanto striminziti e deludenti. Uno dei trucchi per ottenere il meglio dal chatbot di OpenAI è essere il più specifici possibile nelle richieste. Più dettagli si danno in pasto a ChatGPT, più informazioni avrà per elaborare una risposta pertinente.
Ma anche in questo caso, non è detto che la prima risposta sia sempre quella giusta. A volte bisogna scavare un po’ più a fondo per arrivare al dunque. Ma partire con un input dettagliato e circostanziato come “Suggerisci una ricetta per una cena veloce e sana, con ingredienti che ho in frigo: uova, spinaci e formaggio.” è sicuramente meglio di un generico: “Suggeriscimi una ricetta.”
Un esempio banale, ma che rende ben chiara la differenza tra un approccio passivo (e quasi sempre sterile) e uno attivo con il chatbot.
3. Chiedere le alternative
A volte ChatGPT propone diverse opzioni anche senza una richiesta esplicita. Altre volte, invece, bisogna guidarlo con domande mirate. Se si ha bisogno di un aiuto in più per prendere una decisione, basta chiedergli semplicemente di elencare alcune alternative. Ecco un esempio di prompt: “Meglio una vacanza in Giappone o in Thailandia? Considera il budget, il clima e le attività culturali.” In questo modo, si otterrà un confronto tra costi di viaggio, stagionalità e attrazioni principali di entrambe le destinazioni.
Di solito, ChatGPT risponde con una bella lista di pro e contro. Altre, con informazioni sotto forma di punti chiave da tenere a mente. Una volta ottenuti questi spunti, prendere una decisione più oculata diventa molto più facile. Inoltre, se si assegna a ChatGPT tratti di personalità specifici (es. un avvocato, un consulente finanziario esperto, un amico senza peli sulla lingua), le sue risposte saranno ancora più puntuali.
4. Chiedere opinioni alternative
Ottenere risposte più equilibrate non vuol dire solo ricevere un elenco di alternative, ma anche esplorare punti di vista diversi dal proprio. In questo modo si può evitare il bias di conferma, cioè la tendenza a cercare solo informazioni che rafforzano le nostre convinzioni.
Si può usare questa tecnica come follow-up a una risposta iniziale. Ad esempio, dopo aver chiesto a ChatGPT se vale la pena investire sui Bitcoin, si può chiedere perché potrebbe essere una cattiva idea. In ogni caso, prima di fare una scelta definitiva, è bene lasciar “decantare” le informazioni. Ansia, fretta e paura non sono buone consigliere…
5. Non chiedere se è d’accordo
Quando si interagisce con ChatGPT, è forte la tentazione di cercare solo risposte che rafforzano le proprie idee. Se gli si chiede “Sei d’accordo con me?“, è normale che risponda in modo accondiscendente. Il chatbot di OpenAI è progettato per essere collaborativo e utile. Se il tono della richiesta suggerisce che si cerca approvazione, lui tenderà a offrirla. E questo non è sempre un bene.
Come rimediare quindi? Invece di chiedere “Sei d’accordo con me?“, meglio “Quali sono i punti deboli del mio ragionamento?” oppure “Sentiti libero di dissentire” o ancora “Non limitarti a confermare la mia idea, voglio un parere critico.”
6. Personalizzare ChatGPT
Per combattere i bias di ChatGPT, è fondamentale personalizzare il modo in cui si vuole che risponda. Ad esempio, si possono indicare delle preferenze come:
- Voglio che ChatGPT sia politicamente neutrale.
- Voglio che ChatGPT mi fornisca un feedback onesto.
Per impostare queste richieste, basta cliccare sull’icona del profilo, selezionare “Personalizza ChatGPT” e inserire le informazioni desiderate.
Come guidare ChatGPT verso l’obiettività
Grazie a questi espedienti, ChatGPT può dare risposte più equilibrate, ma bisogna sempre guidarlo nella giusta direzione. L’AI è uno strumento potente, ma sta a noi utilizzarlo al meglio. Con un pizzico di furbizia (come quella di Ulisse) si può ottenere da ChatGPT un supporto prezioso a patto di non dare mai per scontato che abbia sempre ragione lui.
Il pensiero critico, alla fine, resta la nostra arma migliore per navigare nel mare magnum dell’informazione, con o senza l’aiuto dell’intelligenza artificiale. Come è emerso da una ricerca di Microsoft e della Carnegie Mellon University, più si usa l’AI e più si diventa pigri. E a lungo andare, il cervello si potrebbe atrofizzare. Uno scenario da scongiurare a tutti i costi!